FIRENZE – L’Aula di palazzo del Pegaso ha approvato a maggioranza, con 19 voti favorevoli (Pd e Italia Viva) e 12 contrari (Lega, Fratelli d’Italia, Movimento 5 stelle e Gruppo Misto-Merito e Lealtà) la delibera di ratifica dell’accordo di pianificazione tra la Regione Toscana e il Comune di Firenze per l’adeguamento del Piano strutturale relativo all’ambito territoriale interessato dal progetto di territorio “Parco agricolo della Piana” alle disposizioni contenute nel Pit (Piano di indirizzo territoriale). L’atto, illustrato dalla presidente della Commissione territorio e ambiente, prevede che la Regione sottoscriva accordi di pianificazione con i comuni che ricadono nell’ambito territoriale del Parco, e che la strumentazione urbanistica di questi recepisca i contenuti del progetto. L’accordo consente al Comune di Firenze di perfezionare l’iter di formazione del piano strutturale per adeguarlo al Pit. “Il ricorso all’accordo di pianificazione – si legge in una nota – è un adempimento procedurale obbligatorio, come sottolineato dalla presidente, per armonizzare gli strumenti urbanistici delle amministrazioni competenti. Con tale accordo viene confermata l’intesa preliminare siglata nel febbraio dello scorso anno. Il Consiglio regionale ha già ratificato analoghi accordi di pianificazione con gli altri Comuni interessati. Con l’accordo di pianificazione le amministrazioni definiscono consensualmente le modifiche da apportare ai rispettivi strumenti della pianificazione territoriale”.
Chi non ci sta, e spiega perché, è Giovanni Galli, consigliere regionale della Lega: “Ci sono una serie di criticità che affliggono quest’area. Un territorio di straordinaria importanza che richiede una pianificazione organica e strutturata, quindi strategica d a lungo termine. La Regione si dichiara pronta a deformare i propri strumenti strategici principali, come il Pit appunto, per assecondare le volontà di pianificazione del Comune di Firenze, ribaltando completamente la normale prassi pianificatoria, in un quadro ancora più complesso visto che le aree in oggetto sono principalmente di proprietà privata e al centro di un complesso iter giudiziario che pare recentemente essersi concluso. E’ opportuno ricordare, visto che ho letto le dichiarazioni dei vari consiglieri e dell’allora assessore Marson in sede di discussione in Consiglio regionale della costituzione del Parco agricolo della Piana, che la finalità prima di questa operazione era quella di creare una sorta di polmone verde, finalizzato a compensare la speculazione edilizia che ha caratterizzato la Piana fiorentina”.
“La recente alluvione ha evidenziato come queste aree siano molto delicate dal punto di vista idrogeologico, così come i passati studi sull’inquinamento dell’aria – ha aggiunto Galli – hanno dimostrato come la Piana fosse tra le aree più inquinate d’Europa. Nasce per questo il Parco agricolo della Piana: per una finalità ambientale e per la tutela della salute. Di conseguenza il principio cardine era quello di non consumare nuovo suolo. Invece, oggi, con questo atto, si prevede la costruzione di nuove volumetrie (edilizia residenziale per 2.000 abitanti, uffici pubblici e privati, attività commerciali e turistico ricettive per un totale di circa 200.000 metri quadrati di nuova edificazione) andando così a rinnegare il principio cardine che ha qualificato la costituzione del Parco agricolo della Piana. Questa operazione urbanistica non solo quindi contrasta con il principio di non consumare nuovo suolo, non solo rappresenta un’operazione puntale e non di visione, ma può anche rappresentare un concreto problema rispetto al Masterplan recentemente presentato da Toscana Aeroporti inerente lo sviluppo aeroportuale”.
“Anche oggi l’atto che abbiamo votato in Consiglio regionale non fa altro che confermare che c’è una volontà politica che vuole continuare a tenere in vita il progetto, più volte respinto, riguardante la nuova pista di Peretola e altre opere cementizie che soffocano la Piana, e lo fa anche attraverso delle modalità che non possiamo assolutamente condividere”: a dirlo è Irene Galletti, presidente del Movimento 5 Stelle. “La sicurezza idrogeologica non può consentire ulteriori sviluppi edilizi nella Piana che, solo pochi mesi fa, è stata nuovamente colpita dall’alluvione, nonostante gli interventi già effettuati. Inoltre, non si può assolutamente continuare a contemplare la realizzazione di un nuovo aeroporto, perché è questo che richiama tra le righe questo testo: la volontà di aggiungere un ulteriore tassello per cercare di portare avanti un progetto più volte bocciato. Quello che serve alla Piana è una progettualità che metta in sicurezza la popolazione soprattutto dal punto di vista ambientale, dell’acustica e di ogni altra questione di reale interesse pubblico. Questo in contrapposizione a quella parte politica che da decenni spinge per espandere Peretola e ogni altra opera di cementificazione, contro gli interessi del Parco agricolo la cui tutela è centrale per garantire la salute dell’ambiente e delle persone che lì risiedono”.