Pasticceria Via Cafaggio. Torte personalizzate e collaborazioni “pronti per tornare presto alla normalità”

SESTO FIORENTINO – Quando hanno rilevato la pasticceria Via Cafaggio (che prende il nome dalla strada dove si trova), nell’ottobre 2017, Patrizia, Stefano e la figlia 25enne Sara, avevano iniziato i lavori di ristrutturazione, di riorganizzazione e promozione della propria attività. Stava tutto andando bene, “cominciavamo ad uscire dal tunnel” dell’avvio della nuova attività, racconta […]

SESTO FIORENTINO – Quando hanno rilevato la pasticceria Via Cafaggio (che prende il nome dalla strada dove si trova), nell’ottobre 2017, Patrizia, Stefano e la figlia 25enne Sara, avevano iniziato i lavori di ristrutturazione, di riorganizzazione e promozione della propria attività. Stava tutto andando bene, “cominciavamo ad uscire dal tunnel” dell’avvio della nuova attività, racconta Patrizia, “i nostri clienti ci riconoscevano: eravamo quelli della pasticceria Via Cafaggio, non dicevano più ex Picchiani e poi è arrivato marzo 2020…”. E poi è arrivato il coronavirus e l’emergenza sanitaria ha imposto a tutti di stare a casa e le attività sono state “sospese”, anche la pasticceria Via Cafaggio ha tirato giù la saracinesca in attesa di tempi migliori.

“All’inizio pensavamo potesse tutto risolversi nel giro di poco tempo – spiega Patrizia – poi ci siamo resi conto che non sarebbe stato così. E il mondo ci è crollato addosso. Per tre anni abbiamo lavorato sodo per avviare questa attività e adesso che stavamo iniziando a vedere i risultati è arrivato il virus che ha bloccato tutto”.

Patrizia e Stefano, una vita passata nel laboratorio di pasticceria, e la figlia Sara dopo un attimo di smarrimento, hanno deciso di rimboccarsi le maniche e andare avanti, pensare a qualcosa da fare, ad un spiraglio da seguire tra le pieghe di una emergenza che ci costringe a modificare le nostre abitudini, interrompere il nostro lavoro e non immaginarci il futuro. I tre dipendenti della pasticceria ora sono in cassa integrazione. “Purtroppo – dice Patrizia – il lavoro non è sufficiente neppure per tre persone”.

“Abbiamo subito chiuso e iniziato a ripulire il laboratorio – racconta Patrizia – e visto che Pasqua si stava avvicinando: ci siamo rimessi a preparare le colombe e le uova di cioccolato, certo meno degli anni precedenti, e attraverso i social abbiamo cercato di pubblicizzare l’attività: consegna a domicilio dei nostri prodotti”. Ecco che l’idea ottiene subito successo e la voglia di ricominciare prende il sopravvento. “Ci siamo messi al lavoro – racconta Patrizia – e tante persone ci hanno contattato. Da tutta Italia ci hanno chiesto di preparare uova di cioccolato o colombe da consegnare ad amici e parenti di Sesto e noi lo abbiamo fatto aggiungendo al dono anche un bigliettino con un pensiero”. Concluso il periodo pasquale le richieste diminuiscono, ma Patrizia, Stefano e Sara non si perdono d’animo. “Adesso prepariamo colazioni da asporto – dice Patrizia – e abbiamo iniziato una collaborazione con l’azienda Stilnovo Catering, anche loro hanno l’attività di catering ferma, ma insieme garantiamo prodotti per colazione e pranzo da asporto”. L’unione fa la forza, spiega Patrizia, soprattutto in questo periodo in cui le attività del settore lavorano in forma ridotta. E le idee non mancano. “Ci siamo dedicati a preparare torte personalizzate – spiega Patrizia – per compleanni, festa della mamma, ricorrenze varie. Ci contattano anche via Whatsapp al mio numero 3669348209 oppure telefonando al fisso della pasticceria e noi realizzamo i dolci che ci vengono richiesti e li consegnamo a domicilio”. Mascherine, guanti e la consegna è fatta. Tra le torte più gettonate della pasticceria il Profitterol, il Millefoglie e una novità assoluta la torta Pan di Spagna, fragole, cioccolata e panna che, dice Patrizia, “ha un pubblico di appassionati”.

La mattina adesso la pasticceria è aperta, si fanno i caffè e i dolci per la colazione, ma non è certo come prima: le nuove disposizioni richiedono accorgimenti che non permettono, per ora, il consumo all’interno. “Lo vediamo – dice Patrizia – molti hanno paura di questo virus e quindi preferiscono acquistare una dolce, una pasta, meno caffè e cappuccino che deve essere consumato all’esterno”.

In questo periodo però Patrizia, Stefano e Sara non si sono sentiti soli. “Inaspettatamente – racconta Patrizia – abbiamo avuto un aiuto concerto da parte di alcuni clienti che ci hanno dato una mano a risolvere problemi tecnici e burocratici e ci hanno aiutato anche per un piccolo cambio di look del locale”. E ora si pensa alla ripartenza. “Ci siamo organizzati seguendo i protocolli e abbiamo collocato il plexiglass alla cassa e facciamo entrare una persona alla volta – dice Patrizia – forse ci vorrà ancora del tempo, ma noi siamo convinti che torneremo presto alla normalità e intanto stiamo pensando ad un nuovo nome”.