SIGNA – A insospettire alcuni sammoresi che la vigilia di Natale si sono recati al cimitero di San Mauro per rendere omaggio ai loro cari è stata la presenza dei Carabinieri ma soprattutto il cancello chiuso e il dialogo fra due operatori dei servizi cimiteriali. I due infatti stavano ricoprendo una buca nel terreno e dalle parole raccolte da chi era lì quel giorno, è sembrato proprio che la presenza dei militari dell’Arma li rassicurasse: “Abbiamo fatto bene a chiamarli”. “Indagando” in paese, infatti, in base alle indiscrezioni raccolte è emerso che gli addetti al cimitero avevano “sepolto” una pecora sgozzata e ritrovata all’interno del cimitero. Quale sia il significato di tutto ciò ancora non è dato saperlo: i resti di un rito esoterico? I resti della cosiddetta festa del sacrificio, Aid Adha, ovvero la ricorrenza con cui i musulmani ricordano il sacrificio rituale del montone ucciso da Abramo in sostituzione del figlio Isacco? Ricorrenza che, è giusto ricordarlo, in Italia viene celebrata da oltre due milioni di fedeli islamici. Una bravata? Certo è che per il cimitero di San Mauro, che oltre tutto non sta vivendo un buon momento dal punto di vista strutturale, non è stata una bella scoperta. Cimitero che qualche tempo fa era già stato al centro di numerosi gesti vandalici. Non i “soliti” furti di rame, che un amaro scopo semmai ce l’hanno: fiori tagliuzzati, piantine portate via, oggetti che sicuramente non hanno un grande valore economico ma che dal punto di vista affettivo non hanno uguali (angiolini, statuine e chi più ne ha più ne metta) rubati probabilmente solo per il gusto di rubare qualcosa. Al punto che il figlio di una giovane donna morta non molto tempo fa aveva scritto una lettera lamentandosi di quanto stava succedendo e l’aveva appesa al cancello d’ingresso del cimitero. Il risultato? Strappata anche quella senza pietà e a testimonianza di quello che era solo un gesto d’amore nei confronti della giovane mamma erano rimasti soltanto due “monconi” di nastro adesivo che rendono ancora più triste un luogo in cui sorrisi se ne vedono davvero pochi. Come rende altrettanto triste lo sfogo di una mamma che abbiamo raccolto all’interno del cimitero, uno sfogo a cui fa da amaro contrasto il sorriso della figlia, scomparsa quando era ancora giovanissima, sulla foto che ce la ricorda in tutta la sua bellezza: “Sono cose pazzesche, probabilmente si tratta di persone che non hanno mai provato il dolore…”. Un dolore che invece è ben vivo nei suoi occhi, resi ancora più lucidi dai gesti di questi sconsiderati. E mentre parla “riassetta” i fiori. Storie di un Natale che ogni anno che passa è sempre più diverso rispetto al passato, storie di un Natale che dovrebbero farci riflettere. Storie di un Natale che per molti non ha più il sorriso del passato e che in più sono costretti a fare i conti con chi il dolore lo disprezza, neanche fosse un ramo secco da gettare via.
(Immagine di archivio)