Pelletteria: al via un tavolo istituzionale nazionale dedicato al comparto

CAMPI BISENZIO – Si è tenuto ieri a Roma il primo tavolo di lavoro istituzionale promosso da Assopellettieri e dedicato al mondo della pelletteria. Un’iniziativa che, nel post pandemia e in piena crisi internazionale, riconferma la volontà dell’associazione di farsi portavoce delle istanze di uno dei settori più strategici dell’economia nazionale. A dare voce alla Toscana, dove ha sede quasi […]

CAMPI BISENZIO – Si è tenuto ieri a Roma il primo tavolo di lavoro istituzionale promosso da Assopellettieri e dedicato al mondo della pelletteria. Un’iniziativa che, nel post pandemia e in piena crisi internazionale, riconferma la volontà dell’associazione di farsi portavoce delle istanze di uno dei settori più strategici dell’economia nazionale. A dare voce alla Toscana, dove ha sede quasi la metà delle aziende pellettiere italiane e dove lavora più della metà degli addetti, Andrea Calistri vice-presidente di Assopellettieri con delega al distretto toscano (nella foto). Le molteplici iniziative presentate dall’Associazione nel corso dell’incontro sono state tutte orientate su tre direttrici strategiche cruciali: formazione, internazionalizzazione e politiche industriali del settore.

L’incontro ha coinvolto rappresentanti parlamentari di diverso orientamento politico: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Insieme per il Futuro, Italia Viva e Partito Democratico. Tutti insieme per discutere e confrontarsi sul futuro della pelletteria e sulla necessità di assicurarne la corretta valorizzazione. A suggellare il carattere istituzionale dell’incontro, la partecipazione del sottosegretario al Ministero degli affari esteri Manlio Di Stefano, che ha riconfermato la sua vicinanza all’associazione nonché l’interesse a sostenere gli obiettivi chiave del segmento. L’obbiettivo è richiedere e favorire l’adozione di misure politiche in grado di tutelare le piccole e medie imprese, eccellenza del Made in Italy e unicum della manifattura italiana. Del resto, il settore rappresenta da anni un elemento chiave nell’orbita del sistema moda, ed è da sempre in cima alle voci della bilancia commerciale toscana e nazionale, oltre ad essere uno dei comparti più noti e apprezzati all’estero. 

“Le azioni necessarie da portare avanti – ha detto Calistri – non possono prescindere dal riconoscere le specificità dei cinque distretti storici a vocazione pellettiera presenti in Italia, di cui la Toscana è capofila ospitando sul proprio territorio 2.000 imprese, quasi il 50% del totale nazionale, che danno lavoro a oltre 32.000 persone, più del 54% degli addetti del settore. È un settore che ha un peso importante sull’economia regionale: la Toscana è la regione in cui il settore pelletteria e concia pesa maggiormente sul fatturato estero locale di beni della manifattura. Nel 2021 ha rappresentato il 10,9% sul totale export manifattura a fronte di una media nazionale del 2,4%. Oggi più che mai, dopo i duri colpi inferti dal Covid e dalla crisi in Ucraina, la Toscana insieme a ognuno di questi distretti ha bisogno di essere supportato attraverso azioni mirate sulle singole specificità. L’obbiettivo dell’associazione è proprio quello di sollecitare le politiche, nazionali e locali, su tre temi cruciali da declinare in base alle peculiarità di distretto: formazione, indispensabile per tramandare i “saperi”, internazionalizzazione, perché la pelletteria è un settore da sempre vocato all’export e che in export fa numeri importanti, e digitalizzazione, per accompagnare verso il futuro le piccole e medie imprese, pilastro di questo sistema. Temi più che mai cruciali per il benessere della rete d’imprese della Toscana”.

“Il sistema della pelletteria corre a due velocità: da una parte, l’Italia è la patria del “bello e ben fatto” e, oggi, nessuna griffe può fare a meno del nostro know-how produttivo, vera grande eccellenza del nostro settore, – spiega il presidente di Assopellettieri Franco Gabbrielli – dall’altra, le Pmi a marchio proprio soffrono e devono essere sostenute nel percorso di sviluppo e rilancio. Perciò con la mia squadra di presidenza abbiamo investito molto, soprattutto nell’ultimo periodo, per rispondere alle due grandi domande del nostro comparto: più addetti da dedicare al sistema produttivo del lusso e più internazionalizzazione a favore delle Pmi. Tra i provvedimenti fondamentali, il rilancio di una politica industriale che metta al centro il Paese e acceleri sulla formazione professionale, sulla cultura del lavoro specializzato nonché promuova il sostegno fiscale a favore delle aziende che assumono giovani e meno giovani da formare. Tutti temi sui quali oggi abbiamo presentato soluzioni puntuali al sistema della politica. Non di secondaria importanza anche le proposte presentate al Governo, in particolare al Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, con cui agiamo in grande sintonia”.