Pelletteria in Toscana: segnali di ripartenza, l’export segna +16,2%

FIRENZE – La pelletteria italiana è pronta a ripartire, con la Toscana in prima linea. Per fare il punto della situazione, ieri mattina, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, si è tenuta la seconda edizione degli stati generali della pelletteria italiana, un convegno fortemente voluto e organizzato da Assopellettieri, organizzati da Assopellettieri, in co-promozione con il […]

FIRENZE – La pelletteria italiana è pronta a ripartire, con la Toscana in prima linea. Per fare il punto della situazione, ieri mattina, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, si è tenuta la seconda edizione degli stati generali della pelletteria italiana, un convegno fortemente voluto e organizzato da Assopellettieri, organizzati da Assopellettieri, in co-promozione con il Comune di Firenze e il supporto di Intesa SanPaolo e Baemi in qualità di Main Sponsor.

Con la presenza dal vivo di personalità di primo piano del mondo della politica, delle istituzioni, dell’imprenditoria e del fashion e una platea nazionale internazionale collegata anche in diretta streaming, “Gli stati generali della pelletteria” hanno acceso i riflettori su una filiera di importanza strategica per il Made in Italy, che rappresenta un’eccellenza produttiva senza eguali in tutto il mondo. Potenziamento dell’export, networking, sostenibilità, accelerazione digitale per un nuovo modo di concepire il business e le fiere, coniugando dimensione virtuale e fisica, questi i cardini del piano industriale messo a punto da Assopellettieri e i temi più importanti affrontati nelle tre sessioni di lavori del convegno. Grande interesse per gli auspicati provvedimenti contenuti nel Pnrr e illustrati dall’onorevole Manlio Di Stefano, sottosegretario al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, e dalla senatrice Lucia Borgonzoni, sottosegretario al Ministero della cultura, nella prima tavola rotonda di taglio più politico istituzionale.

Di Stefano ha confermato l’allocazione di ben 1,2 miliardi di euro del Pnrr a supporto delle imprese e ha indicato la pelletteria come uno dei settori più dinamici nell’abbracciare l’innovazione e la sostenibilità. Il Sottosegretario, sottolineando come la digitalizzazione non va intesa come una semplice opzione ma come un driver chiave di sviluppo, ha esortato le aziende del comparto a “fare sistema” e ha annunciato una serie di provvedimenti concreti come la disposizione di voucher per la digitalizzazione delle imprese più piccole e meno organizzate e reali incentivi per la consulenza di digital export manager. Iniziativa clou, il lancio in autunno di una campagna di comunicazione internazionale da 50 milioni per il rilancio e la promozione del brand made in Italy. Anche la senatrice Borgonzoni, oltre a sottolineare come l’artigianato e l’industria della pelletteria siano a tutti gli effetti parte integrante del patrimonio culturale Italiano, ha posto l’accento sull’impegno del Ministero della cultura per la protezione del savoir faire  made in Italy come testimoniato dall’inserimento nel PNRR di provvedimenti a favore delle imprese creative e culturali, proprio per moda e artigianato artistico.

Al centro dell’incontro, oltre al dibattito sui temi più attuali per il comparto, le numerose iniziative messe in campo da Assopellettieri per favorire l’innovazione e la trasformazione digitale del settore e guidare la ripartenza delle imprese dopo i difficili mesi della pandemia.  Una serie di servizi pensati per offrire risposte concrete alle esigenze delle aziende presentati nel corso della seconda sessione del Convegno.

Sintesi dati economici Toscana: +16,2% dell’export rispetto a un anno fa. Sopra la media nazionale (+1,9%) ma indietro rispetto al 2019 (-11%)

“Dal punto di vista dei numeri, nel 2020 anche in Toscana si è registrato un -40% di fatturato rispetto al 2019, con un rimbalzo positivo verso l’alto nel primo trimestre dell’anno, – spiega Andrea Calistri, vice-presidente di Assopellettieri con delega al distretto toscano – quello che è interessante è il movimento sugli ordini che sembra confermare questo trend incoraggiante. Il 2021 non è l’anno della ripresa, ma di rimessa in moto del meccanismo: la ripartenza vera ce la aspettiamo nel 2022. Sarà con la fiera di riferimento del settore, il Mipel, che a settembre vedremo se le nostre attese sono confermate: avere un 2022 ai livelli del 2019. Tutto questo, ovviamente se, come speriamo, in tema Covid non ci saranno ricadute negative”. Per quanto riguarda i prodotti della pelletteria e della concia (raggruppati nella voce Ateco CB151) la Toscana – di gran lunga prima regione per fatturato estero, con una quota superiore al 40% sul totale Italia – ha fatto registrare nel primo trimestre 2021 un +16,2% dell’export in valore sui primi 3 mesi 2020 (poco più di 1,2 miliardi di euro contro 1 miliardo) a fronte di una media nazionale del +1,9% (2,85 miliardi di euro contro i 2,80 miliardi di gennaio-marzo 2020).

Dopo quattro trimestri connotati da pesanti contrazioni, le vendite estero sono tornate dunque in positivo: il rimbalzo, favorito dal raffronto con il mese di marzo 2020 duramente colpito dallo scoppio dell’emergenza sanitaria in Italia e nel mondo e destinato a riproporsi almeno nel prossimo trimestre, risulta però al momento ancora debole e non sufficiente a colmare il divario coi livelli pre-Covid. Il gap con i primi 3 mesi 2019 (quando dalla Toscana furono esportati beni per quasi 1,4 miliardi di euro) è ancora notevole: -11% (in linea con la media nazionale). C’è da considerare però che non tutte le aree hanno iniziato la risalita. Tra le prime sette regioni esportatrici di beni di pelletteria e pelli conciate, che coprono assieme quasi il 97% del totale export dei primi 3 mesi, solo Toscana, Emilia Romagna e Lazio evidenziano un segno positivo.

Sempre per la Toscana, in recupero (ma ancora parziale) l’export verso la Svizzera (+9,8%), tradizionale hub logistico-distributivo. In forte crescita invece i flussi verso la Francia (+22,5%, per buona parte rappresentati da terzismo per le griffe francesi del lusso) e l’export verso il Far East. Le vendite in Corea del Sud e Giappone (terza e quinta destinazione regionale) sono più che raddoppiate rispetto ad un anno fa; quelle in Cina, divenuto il quarto mercato, più che triplicate. Ma se Francia e Far East risultano in netta crescita anche rispetto al gennaio-marzo 2019 pre-pandemia, lo stesso non si può dire per gli altri mercati: nell’insieme, le esportazioni toscane risultano infatti inferiori dell’11% rispetto a due anni addietro. A livello provinciale, aumenti a due cifre per l’export di Firenze (+21%, che presenta però ancora un divario del 10% circa rispetto ai livelli pre-Covid) e Arezzo (+26,4%). In calo del -10,4% Pisa.

Per il solo settore pelletteria, le cifre di Infocamere-Movimprese relative alla nati-mortalità aziendale registrano a fine marzo in Italia un saldo di -53 unità nel numero di imprese attive della pelletteria rispetto a fine dicembre, tra industria e artigianato (-1,2%). Di queste, 11 sono in Toscana. Anche i dati Inps relativi alle ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate mostrano un accesso agli strumenti tuttora su livelli eccezionali, malgrado una lieve flessione: nella filiera pelle nei primi 4 mesi sono state infatti autorizzate quasi 24 milioni di ore, il 6,8% in meno sull’analogo periodo 2020 (ma più di otto volte e mezzo le ore di gennaio-aprile 2019 pre-Covid). In Toscana, ancora una volta, il maggior numero di ore concesse (6,1 milioni, -2,2% tendenziale). Se guardiamo ai dati 2020 su 2019, In Toscana il saldo negativo è stato pari a -116 imprese a fine 2020, su un totale italiano di -199. Per i dati Inps relativi alle ore di Cig, la Toscana è la prima regione per ore autorizzate (24,3 milioni, +3954% sul 2019, di cui 11,5 milioni per la provincia di Firenze, +5193%). In Italia, in totale, sono stati ben 83 milioni di ore per le aziende della filiera pelle da gennaio a dicembre (erano 8,3 milioni nel 2019), con un incremento del +900%.