SIGNA – Fa parte della Misericordia di San Mauro da venticinque anni, “da quando ci fu l’alluvione a Campi nel 1991”, il volontario che ieri, durante la mezza maratona di Scandicci, si è fermato, insieme a una dottoressa e ai soccorritori di Croce Rossa e Humanitas, per prestare i primi aiuti a un altro podista colpito da infarto quando la gara era arrivata al nono chilometro. Noi rispettiamo la sua volontà di mantenere l’anonimato e lo chiameremo Paolo: oltre alla sua prontezza e a quella dimostrata dalla dottoressa, anestesista all’ospedale di Torregalli, anche lei al via della corsa, è stato decisivo il fatto che, al momento del malore, l’uomo tuttora ricoverato in osservazione in ospedale, aveva casualmente al suo fianco uno degli addetti della società organizzatrice (Il Ponte Scandicci Asd) in bicicletta ma soprattutto dotato del defibrillatore: “I soccorsi – racconta Paolo, tesserato per il Gs Atletica Leggera Signa – sono andati avanti per una ventina di minuti e l’uso del defibrillatore è stato decisivo. Ma la dottoressa che ha prestato i primi soccorsi e ci ha coordinati in attesa che arrivasse l’ambulanza è stata davvero brava. Per noi la corsa, però, è finita lì; una volta stabilizzato il paziente, ci siamo letteralmente presi a braccetto e siamo arrivati al traguardo corricchiando”. “C’è un altro aspetto che mi piace mettere in risalto – ha concluso Paolo – ovvero la formazione; ieri mattina è intervenuto un gruppo di persone provenienti da ambiti diversi ma formate allo stesso modo, segno che quanto viene fatto nelle varie associazioni di volontariato e ovviamente a livello medico è un ottimo servizio”. Un servizio che, aggiungiamo noi, può aiutare a salvare anche una vita.
