Polizia Postale, tutti i numeri del 2019: 992 denunce e sei arresti

FIRENZE – In uno scenario, come quello attuale, nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione della nostra vita quotidiana, lo sforzo della Polizia Postale e delle Comunicazioni nel 2019 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati di precipua competenza di questa […]

FIRENZE – In uno scenario, come quello attuale, nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione della nostra vita quotidiana, lo sforzo della Polizia Postale e delle Comunicazioni nel 2019 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati di precipua competenza di questa “specialità”.

Il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Toscana nel corso dell’anno ha denunciato 992 persone, ha effettuato 6 arresti e 61 perquisizioni. Nell’ambito dei reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori on line, ha indagato 53 persone ed effettuato 4 arresti. Le indagini relative al fenomeno dell’adescamento di minori on line, invece, hanno consentito di indagare 18 soggetti.

Un fenomeno particolarmente insidioso che ha fatto breccia tra giovani e giovanissimi è rappresentato dagli stickers, fenomeno in crescente diffusione, che consiste nella condivisione, sulle piattaforme di messaggistica istantanea, di adesivi digitali gratuiti, a contenuto offensivo, violento, discriminatorio, antisemita, nonché pedopornografico. Piattaforme che, a loro volta, hanno offerto agli utenti la possibilità di utilizzare, accanto a emoji (simboli pittografici, simili agli emoticon e utilizzati negli Sms, nelle e-mail e nei social), pacchetti di stickers messi a disposizione dai sistemi di messaggistica istantanea che offrono la possibilità di crearne di personalizzati e modificati ricavandoli da fotografie reali, tramite diverse “Applicazioni” gratuite, disponibili per Ios e Android. Negli ultimi tempi, questo tipo di servizio sta ricevendo il consenso degli utenti preadolescenti e adolescenti, i quali, tuttavia, spesso ne fanno un uso improprio, diffondendo adesivi digitali dai contenuti illeciti (pedopornografici, xenofobi, discriminatori) ed esponendosi a responsabilità penali relative alla diffusione e divulgazione di materiale pedopornografico. Attualmente sono stati rilevati 2 casi di stickers trattati da questo Compartimento, conclusisi con il coinvolgimento di circa 20 minori di cui 2 indagati per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.

Nell’ambito dei reati contro la persona perpetrati sul web, dal mese di gennaio a oggi, sono state indagate 179 persone, per aver commesso estorsioni a sfondo sessuale, stalking, molestie e minacce sui social network, diffamazione on line.

Si registra la continua crescita delle truffe on line: nel 2019 sono state indagate 617 persone ed è stato effettuato un arresto. Sempre più sofisticate sono state le condotte fraudolente commesse sulle piattaforme di e-commerce. Sono aumentate anche le cosiddette truffe romantiche, che vedono come vittime delle donne di età compresa fra i 40 e i 60 anni, circuite da uomini conosciuti in rete e indotte con stratagemmi sentimentali a versare ingenti somme di denaro a truffatori senza scrupoli.

Si è evidenziato un significativo aumento del fenomeno delle truffe legate al trading online: molti utenti della rete, allettati dalla prospettiva di facili guadagni derivanti da investimenti “sicuri”, sono caduti nella rete di abili truffatori e finti intermediari finanziari investendo centinaia di migliaia di euro.

L’attività, funzionale al contrasto dei fenomeni di radicalizzazione e cyberterrorismo, ha portato al monitoraggio di oltre 792 spazi virtuali di cui 26 sottoposti a una visione costante.

In particolare in un’attività d’indagine per associazione con finalità di terrorismo anche internazionale la Procura della Repubblica di Firenze ha emesso decreti di perquisizione locale, personale e informatica nei confronti di 6 persone, cinque marocchini ed una italiana, e segnalato alle autorità francesi e marocchine due soggetti marocchini operanti sul loro territorio. Le indagini sono scaturite dall’attività di monitoraggio effettuata dal Compartimento di Firenze dei profili del social network Facebook e degli account Whatsapp, riconducibili agli indagati, inseriti all’interno di gruppi di esplicito sostegno alle ideologie dello Stato Islamico. Tutti deferiti all’autorità giudiziaria.