Prato si candida a capitale dei matrimoni: un’iniziativa unica per valorizzare il territorio e il settore Wedding

PRATO – C’è un mondo che vuole sposarsi in Toscana, fra coppie del posto, del resto d’Italia e, appunto, provenienti da tutti i continenti. Solo nel nostro Paese, nel 2022, sono stati celebrati 189.140 matrimoni, il 4,8% in più rispetto al 2021 e il 2,7% in più in confronto al 2019, anno precedente la crisi […]

PRATO – C’è un mondo che vuole sposarsi in Toscana, fra coppie del posto, del resto d’Italia e, appunto, provenienti da tutti i continenti. Solo nel nostro Paese, nel 2022, sono stati celebrati 189.140 matrimoni, il 4,8% in più rispetto al 2021 e il 2,7% in più in confronto al 2019, anno precedente la crisi pandemica. Prato, nel suo piccolo, non è da meno, con una crescita di oltre 13 punti percentuali e più di un matrimonio al giorno. Non solo. La città toscana è anche quella che ha visto nascere l’Associazione italiana Wedding Planner che, con sezioni e soci diffusi in tutta la penisola, mantiene la sua sede nazionale proprio a Prato. Quanto basta per partire da qui con la proposta, rivolta tanto ai comuni quanto alle regioni italiane, di agevolare le coppie di sposi che scelgono un angolo particolare d’Italia per pronunciare il loro sì. Meno attese, snellimento burocratico, facilitazione nell’autorizzare le nozze in uno dei tanti scenari possibili fuori dai municipi o dalla chiesa parrocchiale, a Prato come nel resto della Toscana.

Sotto forma di Ordine del giorno presentato da Claudiu Stanasel, vice-presidente del consiglio comunale di Prato, della Lega, e sotto forma di proposta da ripetere in Regione, promotore il consigliere leghista Marco Landi, politica e Wedding Planner hanno cominciato a lavorare insieme per proposte dettagliate volte alla valorizzazione di una professione, di una lunga filiera composta prevalentemente da artigiani e di una nicchia importante di turismo. In conferenza stampa, in palazzo comunale, la proposta ha cominciato a prendere forma con gli interventi degli stessi Stanasel e Landi e della presidente dell’Associazione Italiana Wedding Planner, Clara Trama.

“Nella testa delle coppie che desiderano sposarsi in Italia, c’è la Toscana e non ci sono soltanto Firenze e dintorni, – ha spiegato Landi – per questo, il ruolo di coordinamento che può essere svolto da amministrazione regionale ed enti locali deve essere messo in risalto e valorizzato, tanto più che per le statistiche, le coppie che vogliono e possono sposarsi in Italia pensano in sostanza a Roma, a Venezia e, appunto, alla Toscana nel suo insieme”. Attenzione, poi: oltre a valorizzare scenari e sapere del made in Tuscany, gli ospiti dei matrimoni celebrati in Toscana, provengano da più o meno lontano, ne approfittano spesso per una vacanza. Turismo vero, insomma, e non solo legato all’evento in sé. Certo, servono competenze, formazione, snellimento di procedure. E registi veri, quali i wedding planner, professione che non si improvvisa e per la quale politica e diretti interessati hanno avviato un dialogo, come ha confermato la presidente Clara Trama. Un punto fondamentale, che accumuna professioni ordinate e professioni non regolamentate che fanno sul serio, è quello dell’interlocuzione con le istituzioni e, come ha sottolineato Trama, la formazione”.

Apertura dalla Lega per Salvini Premier, intanto, anche a livello locale. Anzi, è da Prato, con l’Ordine del giorno messo a punto da Stanasel e presentato insieme al segretario e capo gruppo Daniele Spada, che la proposta si sta facendo avanti. “Il nostro obiettivo è rendere Prato protagonista ed apripista verso una nuova politica al servizio di tutte le categorie economiche e sociali che costituiscono oggi il settore del wedding valorizzando il nostro territorio e contribuendo a creare nuovi posti di lavoro e un valore aggiunto al tessuto economico di Prato e di tutta la Toscana”, ha concluso Stanasel.