Presentato il Ddl antidelocalizzazioni, Mantero (Potere al Popolo): “Quello della Gkn è un caso che fa scuola”

CAMPI BISENZIO – Presentato in entrambi i rami del Parlamento il disegno di legge anti – delocalizzazioni scritto nel corso della “lotta” dei lavoratori della Gkn. Alla presentazione erano presenti Dario Salvetti e Matteo Moretti (Rsu Gkn), i primi firmatari dei Ddl Matteo Mantero (Potere al popolo) al Senato e Yana Ehm (Gruppo Misto) alla […]

CAMPI BISENZIO – Presentato in entrambi i rami del Parlamento il disegno di legge anti – delocalizzazioni scritto nel corso della “lotta” dei lavoratori della Gkn. Alla presentazione erano presenti Dario Salvetti e Matteo Moretti (Rsu Gkn), i primi firmatari dei Ddl Matteo Mantero (Potere al popolo) al Senato e Yana Ehm (Gruppo Misto) alla Camera e infine Marzia Pirone del Telefono Rosso di Potere al popolo, che ha collaborato alla stesura del Ddl insieme ad altri giuristi solidali con la vertenza. Mentre insieme agli operai c’era il sindaco di Campi, Emiliano Fossi: “Siamo a Roma, con gli operai della Gkn, in attesa dell’incontro al Ministero. Ho scelto di stare qui, al loro fianco, per dire a tutti che nella lotta per il lavoro e la dignità le istituzioni ci sono e ci saranno. Sempre”. Il Ddl è stato scritto a partire dal 26 agosto su iniziativa operaia, coinvolgendo le organizzazioni dei giuristi progressisti, da Comma2, ai Giuristi Democratici, al team legale del telefono rosso di Potere al popolo. Fuori dalla Camera erano presenti circa 200 lavoratori e solidali in presidio rumoroso.

“Questo Ddl – dice il senatore di Potere al Popolo Matteo Mantero – fa scuola in primo luogo per come è stato scritto. esso rispetta la prima richiesta degli operai: una legge scritta non sulle loro teste ma con le loro teste. Per noi di Potere al popolo è stato naturale appoggiare questo metodo: è così che intendiamo la nostra organizzazione – fondata sul principio del controllo popolare – ed è per questo che nasciamo, perché ogni decisione che ha effetti sulla vita associata venga presa con il coinvolgimento attivo e il controllo vincolante dei diretti interessati”.

“In secondo luogo – aggiunge – questo Ddl fa scuola perché mostra l’inadeguatezza dell’attuale legislazione in materia di delocalizzazioni, e mostra anche quanto la politica sia stata finora supina agli industriali. Questo Ddl impedisce che un’azienda possa chiudere una unità produttiva e licenziare dal giorno alla notte. Il Ddl prevede infatti il coinvolgimento costante della controparte sindacale, a partire dai delegati dei lavoratori, e obbliga l’azienda a produrre un piano che consenta di cambiare proprietà mantenendo i livelli occupazionali e la tecnologia sul territorio. L’intervento dello Stato è molto più presente, sia in fase di controllo del processo di cessione degli impianti, sia nel caso in cui si ritenga necessario un intervento diretto volto a salvaguardare un patrimonio industriale ritenuto strategico. Nel caso della Gkn, per esempio, lo Stato potrebbe intervenire per riconvertire la fabbrica alla mobilità sostenibile e collettiva, sarebbe un precedente positivo per stimolare la riconversione di tutta la filiera automotive”.