“Prima la salute – Prima la vita”: lanciata oggi la campagna sulla sanità di Rifondazione Comunista

FIRENZE – “Prima la salute – Prima la vita”: salviamo le vite, salviamo il lavoro. Perché davvero nulla sia più come prima. Questo il titolo e il senso della campagna regionale di Rifondazione Comunista sulla sanità. Lanciata oggi a livello toscano e in tutte le province della nostra regione tramite conferenze stampa in contemporanea. “Siamo di […]

FIRENZE – “Prima la salute – Prima la vita”: salviamo le vite, salviamo il lavoro. Perché davvero nulla sia più come prima. Questo il titolo e il senso della campagna regionale di Rifondazione Comunista sulla sanità. Lanciata oggi a livello toscano e in tutte le province della nostra regione tramite conferenze stampa in contemporanea. “Siamo di fronte a una politica regionale vecchia, che pensa di andare avanti come se nulla fosse successo e riproporre solo le solite ricette iper liberiste e slogan mediatici, anche e soprattutto dopo le ultime elezioni regionali. Una politica – si legge in una nota – dove sono sostanzialmente tutti d’accordo: si pensi alle delibere approvate quasi all’unanimità dal Consiglio regionale per privatizzare ulteriormente, per “sfruttare” la pandemia affinché si acceleri quanto fatto in questi anni: appunto privatizzazioni, tagli di personale e di risorse, esternalizzazioni, scomparsa del controllo di cittadini e enti locali, desertificazione della sanità territoriale e chiusura dei piccoli ospedali. Ora, con la pandemia, se ne sono pagati e se ne pagano i prezzi devastanti, ma c’è anche una nuova consapevolezza. Da qui la campagna sul tema, non per fare la mosca cocchiera ma per connettere un quadro fatto da molte facce, ma che ha al fondo la denuncia e la necessità di radicale rafforzamento del servizio sanitario pubblico, universalistico e capillare. Cioè l’esatto contrario di quanto fatto negli ultimi anni e decenni sotto i governi – nazionali e regionali – di ciascun colore. Lo faremo affrontando – o meglio riaffrontando – tutti gli aspetti in campo, sia sotto l’aspetto dell’emergenza attuale sia per una uscita diversa e strutturale dalla medesima”.

“Dalla riorganizzazione e ripubblicizzazione delle Rsa – aggiungono – ad assunzioni vere e non solo evocate in sanità, dalla richiesta di programmazione seria per la fase vaccinale a una nuova governance territoriale e partecipata, più sanità territoriale e di presidio, nonché resuscitare – perché di questo si tratta – la medicina di prevenzione, e potremmo continuare. Solo cosi si supera il fallimento – anche sul tracciamento, ormai  fuori controllo – che abbiamo visto realizzarsi dopo una prima ondata che non ha insegnato nulla alla politica nazionale e regionale. Nazione e regioni, un altro nodo ineludibile: è fallito il regionalismo sanitario, non si reggono eventi di questa natura con 20 sanità regionali. Le risorse ci sono e le indichiamo con precisione, certamente la prima è l’introduzione di una tassa patrimoniale e più in generale tutti quegli strumenti che aumentino la progressività: troppe disuguaglianze, va salvato il lavoro e la salute non con la guerra fra poveri ma facendo pagare chi può, e magari non l ha mai fatto finora”.

“Lo faremo – concludono – con una campagna aperta, con l’obiettivo di contribuire a una riconnessione della società toscana di fronte a una necessaria svolta epocale: non la politica contro i cittadini, ma una certa politica e poi cittadini contro l’interesse generale, questa una nuova consapevolezza che pensiamo stia maturando e alla quale vogliamo offrirci con spirito di servizio, incrociando tante e tanti che per lavoro, per interesse, per spirito di giustizia si occupano o vivono questa drammatica fase della sanità toscana. Prima tappa: l’invio della lettera aperta sulle Residenze sanitarie assistite non solo al presidente della Regione e agli assessori competenti, ma a tutti i prefetti della Toscana, a cui ciascuna federazione provinciale del PRC chiederà un incontro urgente”.