Primo Maggio: “Ripartire dai diritti”, il ricordo di Fabio

SESTO FIORENTINO – “Ripartire dai diritti”: così Laura Zucchini, della Uil Toscana, ha chiuso il comizio del Primo Maggio in piazza Ginori dopo il corteo che sfilato per le strade di Sesto con in testa la Banda Musicale e le Majorette. Sul palco allestito in piazza erano presenti i sindaci di Calenzano Alessio Biagioli, di Campi […]

SESTO FIORENTINO – “Ripartire dai diritti”: così Laura Zucchini, della Uil Toscana, ha chiuso il comizio del Primo Maggio in piazza Ginori dopo il corteo che sfilato per le strade di Sesto con in testa la Banda Musicale e le Majorette. Sul palco allestito in piazza erano presenti i sindaci di Calenzano Alessio Biagioli, di Campi Bisenzio Emiliano Fossi, di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi e il vicesindaco di Signa Sara Ambra. E’ stato Paolo Aglietti, coordinatore Cgil Piana, a ricordare il tema del Primo Maggio di quest’anno, “Lavoro, radici, futuro”, e l’ultima morte sul lavoro, quella del 21enne Fabio Rossini, “deceduto – ha detto – il 28 aprile scorso proprio nel giorno della sicurezza sul lavoro”. Ha ricordato il momento di cordoglio avvenuto poco prima all’Osmannoro dove il giovane è deceduto. “Sua mamma – ha ricordato Aglietti – mi ha detto che era sicura, era tranquilla perché sapeva che era al lavoro”. A Fabio è stato dedicato il “Silenzio”. Aglietti ha poi ricordato i 70 anni dalla strage di Portello della Ginestra a Palermo il 1 maggio 1947 dove morirono 11 persone e dove ci furono una trentina di feriti.

Anche il sindaco Falchi ha ricordato Fabio Rossini: “Chiediamo alla Magistratura che faccia tutte le indagini del caso – ha detto – ma noi rimane da una parte il pensiero e lo stringersi vicino alla famiglia, ai compagni di lavoro, ma se mi permettete anche l’indignazione di vivere in un Paese dove purtroppo queste cose sono ancora all’ordine del giorno. Un paese in cui si può perdere la vita per lavoro. Le statistiche sono impressionanti e questo non è accettabile per un paese civile come l’Italia. La precarizzazione del lavoro, gli appalti sono tutti temi che devono essere messi nell’agenda politica perchè richiedono più attenzione rispetto al passato. Porto il saluto di quattro comunità, quattro comuni che hanno fatto da sempre del lavoro uno dei punti fondanti del nostro vivere civile come dice la Costituzione all’articolo 1”.

Il sindaco ha poi aggiunto che “per poter parlare di lavoro nella nostra società siano necessarie politiche diverse, lasciar perdere le politiche di austerità e quelle che hanno guardato solo agli aspetti finanziari dell’economia e sia invece importante ripartire dalle tutele, dai diritti, dal valore stesso e dalle condizioni morali e materiali del lavoro”.

Quello della Piana, ha detto Falchi, “è un territorio dinamico dal punto di vista del lavoro” e ha ricordato la situazione della Richard Ginori. “Un’azienda che sta vivendo un momento difficile – ha detto il sindaco – e che penso possa essere in qualche modo paradigmatica di quello che succede nel nostro paese. C’è una nuova proprietà che vuole investire e vuole far rimanere l’azienda qui e vuole credere nella possibilità di fare manifattura di qualità. Ebbene ci sono anche delle banche che sono dietro alla vecchia proprietà Richard Ginori e che pensano di poter trarre il massimo del profitto dai terreni che sono ancora di loro proprietà. Credo che questa sia una delle tante storture del nostro Paese di una economia e di una politica che ha pensato più a guardare alla finanza dei processi economici piuttosto che all’economia reale che è quella che porta benessere e sviluppo. Pensate i contribuenti di questo Paese hanno contribuito a salvare le banche e poi le stesse banche si permettono di mettere a rischio il rilancio di una azienda, del lavoro, della produzione, della storia e anche del futuro della nostra città”.