SESTO FIORENTINO – “Molti pensano che lo Stato meno fa e meglio è; noi, invece, riteniamo che lo Stato sia essenziale, per esempio, per fare funzionare l’economia e mantenerla al servizio della società. Infatti, siamo dell’avviso che l’intervento pubblico riesce, di solito, a supportare una crescita economica sostenibile. Le nostre affermazioni sono di ‘comodo’, meglio renderle comprensibile per evitare di essere fraintesi”. Lo afferma, in una nota, il Partito Socialista di Sesto Fiorentino intervenendo nelle polemiche sull’Azienda Farmacie e Servizi.
“Volano, infatti, stracci nella giunta comunale (PD, Per Sesto, Sinistra Italiano, Ecolò) e fuori, quota parte dell’opposizione, Italia Viva. – prosegue la nota – La materia del contendere? Il rinnovo dell’incarico di amministratore unico dell’Azienda delle Farmacie e Servizi e le passività del bilancio 2021. Azionista ‘di riferimento’, per meglio dire ‘il padrone’ dell’azienda, è il sindaco del Comune di Sesto, pro tempore; sotto la lente d’ingrandimento il risultato negativo con cui si è chiuso il bilancio del 2021”.
“Il valore sociale dell’azienda non potrà mai essere sacrificato ‘a mere logiche commerciali’, – prosegue il PSI – ‘riformismo e massimalismo non possono stare insieme’, ‘le nostre farmacie’, ‘il tentativo di reclamare qualche poltrona’: queste sono una quota parte delle polemiche riportate dalla stampa. Maggioranza e parte dell’opposizione, ‘tutti insieme’, senza fare il minimo riferimento ai mali che attanagliano l’azienda, da qualche anno, senza un barlume di spiegazioni”.
“Storicamente, – conclude la nota – è bene ricordare che l’azienda delle farmacie ha svolto, unitamente ad altri consorzi e associazioni, funzioni di supplenza, nel territorio della Piana, nei confronti dello Stato Centrale, nel sociale, nella gestione del tempo libero, nel settore sanitario. A tale proposito è utile ricordare, per la risonanza che ebbe a suo tempo, l’intervento delle farmacie comunali, in materia di assistenza farmaceutica, per i settori del commercio e dell’artigianato, a quel tempo esclusi dall’assistenza del servizio sanitario nazionale. Furono gli amministratori del tempo, ad apportare le dovute modifiche allo statuto aziendale, e non solo, per attivare iniziative pubbliche/privato. Perciò riteniamo che sia utile una riflessione per le modificazioni intervenute nell’azienda”.