Psicomotricità funzionale: esperienza proposta al Centro MeMe nello spazio per bambini

CAMPI BISENZIO – Spazio alla creatività e creatività nella ricerca dello spazio: i bambini devono imparare a riconoscere e convivere con le proprie emozioni, e in loro aiuto può intervenire la psicomotricità funzionale. Questa esperienza viene proposta all’interno del Centro MeMe di Campi Bisenzio dotato di uno spazio apposito, punto di riferimento per i bambini. […]

CAMPI BISENZIO – Spazio alla creatività e creatività nella ricerca dello spazio: i bambini devono imparare a riconoscere e convivere con le proprie emozioni, e in loro aiuto può intervenire la psicomotricità funzionale. Questa esperienza viene proposta all’interno del Centro MeMe di Campi Bisenzio dotato di uno spazio apposito, punto di riferimento per i bambini.

Psicomotricità funzionale di quale tipo di metodologia educativa si tratta?

“Molto adatta ai bambini, nelle diverse fasi dello sviluppo. Si avvale del corpo, dotato di movimento e di percezione, per rispondere ai bisogni motori, cognitivi, affettivi ed espressivi della persona. – risponde Elena Griessmair, psicologa psicoterapeuta e psicomotricista funzionale del Centro MeMe – Il corpo rappresenta un centro di maturazione neuromotoria e tonico emozionale che permette al soggetto di esprimersi in tutta la sua pienezza. Lo psicomotricista funzionale favorisce lo sviluppo della persona per mezzo del corpo e del movimento, proponendo esperienze di tipo ludico, sotto forma di gioco, avendo sempre presente la motivazione, l’interesse e l’intenzionalità del singolo e del gruppo. Anche gli adulti possono beneficiarne, ad esempio donne in gravidanza, adolescenti nella fase dei cambiamenti corporei, donne in menopausa, terza età per mantenere vivi i movimenti fini”.

In che modo la psicomotricità funzionale può aiutare il bambino ad imparare a modulare le proprie emozioni?

“Giocando, in prima battuta. – spiega Griessmair – Ma, ancora più semplicemente, muovendosi. L’attività, che può essere svolta sia individualmente che in gruppo, assumendo così anche valenza di socializzazione, attiva le funzioni psicomotorie, quelle emotivo-affettive, e la rappresentazione mentale dell’individuo”.

Lo psicomotricista funzionale si occupa di conoscere le nostre funzioni operative, ovvero come ci muoviamo nell’ambiente, come rispondiamo agli stimoli.

Perché è importante acquisire questo tipo di conoscenza di noi stessi?

“Perché – dice Greissmair – è grazie a queste competenze che possiamo muoverci e operare nel mondo che ci circonda, ed è quindi essenziale acquisire una consapevolezza di quelle che sono le nostre abilità acquisite e consolidate, e di quelle invece ancora da potenziare, nell’ottica di sviluppare e mantenere quante più strategie possibili.”

Perché intraprendere un percorso di psicomotricità funzionale? E perché questa è particolarmente idonea per un bambino nella sua fase di sviluppo e crescita? 

“Perché essa lavora sempre sulle potenzialità dell’adulto e del bambino e non sui suoi deficit.- conclude Greissmair – Perché aiuta a potenziare le abilità relazionali, il senso di autostima e di autonomia. Perché rappresenta uno spazio dedicato al bambino, un momento divertente in cui impara a regolarsi e gestirsi, divertendosi. Il punto di forza della psicomotricità funzionale è offrire spazio all’immaginazione, alla propositività e alla capacità costruttiva, permettendo così lo sviluppo di una creatività personale, intesa come la capacità di trovare idee e soluzioni combinando gli elementi che abbiamo a disposizione per creare qualcosa di nuovo e funzionante. L’obiettivo è risolvere i problemi in modo originale e modificare l’esistente migliorandolo, attraverso il valore dell’esperienza psicomotoria”.