SESTO FIORENTINO – Q-tHermo si rivolgerà al Consiglio di Stato per chiedere la sospensiva della sentenza del Tar e, in particolare per chiedere “alla Regione Toscana di definire gli impegni affinché siano realizzati i boschi della piana, come indicato dal Tar”. E’ quanto affermato oggi dal presidente di Q-tHermo Giorgio Moretti sulla decisione del Tribunale amministrativo della Toscana.
“Questa sentenza del Tar – ha detto Moretti – chiarisce una volta per tutte che il termovalorizzatore di Case Passerini è ideato e progettato secondo le migliori tecnologie, con una buona compatibilità ambientale: la VIA (valutazione di impatto ambientale, ndr) è di fatto confermata dalla sentenza”.
“Il Tar ha lavorato su tre ricorsi – spiega Moretti – uno presentato dalle associazioni ambientaliste, un secondo si è poi aggiunto il Comune di Sesto e il terzo quello che ha presentato il Comune di Campi. il primo ricorso entra nel merito dell’impianto che non è fatto bene il Tar lo rifiuta e compensa le spese e quindi significa che questi signori sono tenuti a pagare le spese e in più revoca il patrocinio. Questo la dice lunga su quanto sia strumentale, inappropriato, ritardato non contestualizzato. Il secondo ricorso entra in argomenti di tipo procedurale anche questo non è stato accolto, l’ultimo quello presentato dal Comune di Campi su due punti specifici viene accolto”.
Nella sentenza del Tar, precisa Q-tHermo, vengono confermate la conformità e la validità del progetto dell’impianto di termovalorizzazione dell’area fiorentina e della sua localizzazione a Case Passeggini.
“Alla luce di questo – dice Alfredo De Girolamo presidente di Confeservizi Cispel Toscana – chiediamo che la Regione Toscana, competente oggi in materia di pianificazione e autorizzazione di questo tipo di impianti, avvii immediatamente la procedura di rinnovo dell’autorizzazione, sanando gli aspetti tecnici ed urbanistici, riconoscendo la validità del progetto e della sua localizzazione, e l’assenza di qualsiasi tipo di problematica ambientale e sanitaria”.
Il TAR ha invece accolto i ricorsi relativi alla necessità di realizzazione preventiva dei Boschi della Piana previsti dalla Vis e del mancato coordinamento delle pianificazioni urbanistiche degli Enti intermedi. “Per questo motivo – prosegue De Girolamo – viene annullato l’atto autorizzativo. La stessa sentenza indica inoltre la strada del rinnovo della procedura autorizzativa per superare le criticità formali individuate, pur considerando l’inserimento del termovalorizzatore nell’elenco degli impianti di interesse nazionale, contenuto nel recente decreto. Il fatto, tuttavia, che siano stati rigettati i ricorsi più strettamente attinenti gli impatti ambientali conferma la bontà del progetto, che auspichiamo possa proseguire il suo percorso al più presto: è fondamentale non perdere altro tempo per garantire alla Toscana un’infrastruttura indispensabile”.
La questione che resta aperta è quella dei Boschi della Piana che secondo le previsioni dovevano essere piantati prima del termovalorizzatore. “L’autorizzazione non dice questo – dice Livio Giannotti direttore di Quadrifoglio – sappiamo che non possiamo accendere l’impianto prima della piantumazione degli alberi, ma non dice che possiamo iniziare a costruire”.
Nel percorso, iniziato con la Provincia di Firenze, ci sono state delle variazioni di enti coinvolti e la Provincia (che avrebbe dovuto occuparsi della gestione del bosco) è stata sostituita dalla Città Metropolitana che ha passato il compito alla Regione. Nella vicenda si è inserito il Pit che ha portato a rivedere gli spazi a disposizione del bosco della Piana. Forse per sciogliere il nodo si dovrebbe capire a chi spetta, ora, il compito di piantare gli alberi e a chi definire gli spazi dove sistemare il bosco.
Q.tHermo, Quadrifoglio e Confservizi Cispel Toscana sostengono che a questo punto “occorre avviare immediatamente la procedura di rinnovo dell’autorizzazione per dotare la Toscana di un’infrastruttura indispensabile”.