Qf-ex Gkn, gli operai salgono su un lampione. Fiom: “A due giorni dalla scadenza nessun piano sociale dall’azienda”

FIRENZE – “Ieri pomeriggio alcuni lavoratori di Qf ex Gkn sono saliti su un lampione dell’elettrificazione pubblica (al confine tra Firenze e Sesto Fiorentino, n.d.r.) per urlare la loro rabbia contro il silenzio assordante del Ministero delle imprese e del Made in Italy e dell’azienda intorno alla loro vertenza. Un’iniziativa da ricondurre all’irresponsabilità sociale di […]

FIRENZE – “Ieri pomeriggio alcuni lavoratori di Qf ex Gkn sono saliti su un lampione dell’elettrificazione pubblica (al confine tra Firenze e Sesto Fiorentino, n.d.r.) per urlare la loro rabbia contro il silenzio assordante del Ministero delle imprese e del Made in Italy e dell’azienda intorno alla loro vertenza. Un’iniziativa da ricondurre all’irresponsabilità sociale di QF che a due giorni dal termine ultimo dei 60 giorni, previsti dalla Legge 234, non ha ancora presentato un piano sociale per agganciare un’ammortizzatore”: a dirlo, in una nota congiunta, Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, e Stefano Angelini della Fiom-Cgil Firenze.

“Ricordiamo che insieme alla nostra Rsu e ai soggetti istituzionali territoriali e nazionali – hanno aggiunto – nel gennaio del 2022 con Qf abbiamo sottoscritto un accordo che doveva portare alla reindustrializzazione del sito e che a dicembre 2023 il Tribunale di Firenze su ricorso per atteggiamento antisindacale, da noi presentato, ha imposto all’azienda di ricorrere all’applicazione della legge 234 che prevede l’obbligo di presentare un piano industriale e di impatto sociale proprio verso il Mimit. Riteniamo grave che, nonostante una sentenza di un Tribunale della Repubblica e a un accordo sottoscritto presso quel Ministero, lo stesso faccia finta di niente quando invece ne è responsabile insieme all’azienda, lasciando nella disperazione 180 lavoratori che da oltre due mesi non riscuotono il salario. Il paese reale è questo e in troppi fanno finta di non vederlo. Sollecitiamo nuovamente al presidente della Regione Toscana, al sindaco della Città Metropolitana e al sindaco di Campi Bisenzio e a tutti i parlamentari eletti su questo territorio di farsi carico di una richiesta di incontro urgente presso il Mimit”.