Qf-ex Gkn, la Fiom: “Lo stabilimento è accessibile, gli irragionevoli non sono i lavoratori: così si mistifica la realtà”

FIRENZE – “Abbiamo letto la nota di Mimit, Regione Toscana e Comune di Firenze a seguito dell’incontro avvenuto ieri circa la ex Gkn. E sentire il ministro, il presidente della Regione e il sindaco di Firenze fare appello alla ragionevolezza dei lavoratori ci lascia basiti”: a dirlo, in una nota congiunta, Simone Marinelli, coordinatore automotive per la […]

FIRENZE – “Abbiamo letto la nota di Mimit, Regione Toscana e Comune di Firenze a seguito dell’incontro avvenuto ieri circa la ex Gkn. E sentire il ministro, il presidente della Regione e il sindaco di Firenze fare appello alla ragionevolezza dei lavoratori ci lascia basiti”: a dirlo, in una nota congiunta, Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom-Cgil nazionale, e Stefano Angelini della Fiom-Cgil Firenze, Prato e Pistoia. “In 17 mesi di vertenza – aggiungono – chi ha dimostrato ragionevolezza sono stati proprio i lavoratori che, attraverso l’assemblea permanente, hanno consentito la salvaguardia del sito e il perfetto funzionamento dello stabilimento e tutt’ora continuano a farlo pur in assenza di retribuzione da ottobre. Di irragionevole in questa vicenda c’è stata prima Gkn, poi il dottor Borgomeo e Qf insieme alle istituzioni territoriali e nazionali poiché leggere in una nota congiunta che non è consentito l’accesso allo stabilimento significa mistificare la realtà. Lo stabilimento è così accessibile a tutti che proprio la Regione Toscana ha dichiarato la propria volontà di mandare i tecnici a visitarlo al fine di favorire lo scouting pubblico e il 6 dicembre anche il Comune di Firenze riunirà lì la commissione lavoro. Facciamo noi appello alla ragionevolezza dei Ministeri delle imprese e del Made in Italy e del lavoro affinché, a seguito dell’attività di scouting della Regione, sia resa fruibile in tempi brevissimi l’ammortizzatore sociale. Ricordiamo infine che il dottor Borgomeo ha presentato un progetto (mai diventato piano industriale) considerato irragionevole proprio dal Ministero”.