FIRENZE – “La Città Metropolitana che vogliamo – Quale finanza per lo sviluppo del territorio? Nuovi fondi europei e strumenti privati a sostegno dell’economia e dell’occupazione”: questo il titolo del convegno organizzato da Fisac Cgil e Cgil Firenze che si è svolto oggi a Firenze presso la Camera del lavoro
“Un nuovo modello di sviluppo per Firenze”: la segretaria generale della Cgil Firenze Paola Galgani ha presentato così l’iniziativa odierna “per comprendere come costruire la Città metropolitana che vogliamo”. Prospettando anche indirizzi e soluzioni su come utilizzare, a questo scopo, i fondi europei. “Di fronte ai grandi cambiamenti sociali ed economici che stiamo vivendo in epoca di Covid-19, – ha detto – le aree metropolitane sono chiamate ad una riflessione che abbia come obiettivo la modifica e la riorganizzazione degli spazi produttivi, abitativi e di aggregazione. Come tutte le aree a forte attrattività, anche l’area metropolitana di Firenze è alle prese con la crisi del proprio modello di sviluppo”.
Negli ultimi vent’anni, – ha aggiunto – i repentini e spesso non governati cambiamenti economici e sociali hanno profondamente trasformato il territorio fiorentino, sino a generare un’illusione di perpetua autosufficienza dell’area urbana basata sul binomio turismo di massa e produzione orientata all’esportazione di beni. Si tratta di una dinamica tipica di quasi tutti i grandi centri urbani italiani, basata su moderazione salariale, precarietà lavorativa ed abitativa diffusa e processi di accumulazione di rendite immobiliari nelle zone di maggior pregio che hanno incrementato la tendenza alla frattura tra centro e periferia e tra città e territorio circostante. Le ricadute economiche e sociali del crollo di questo modello di sviluppo sono impressionanti. Il Pil della Città metropolitana di Firenze potrebbe scendere del 12%, mezzo punto in più della previsione complessiva di consensus per l’Italia, con conseguente aumento del tasso di disoccupazione sino all’8%, dovuto in particolare proprio al crollo dell’industria turistica, ove la componente di lavoro precario, quasi tutto giovanile e femminile, è preponderante. Anche le esportazioni sono previste in calo netto, con un dato che secondo Prometeia sarà pari a quasi meno 16% per la Città metropolitana di Firenze. Le stesse previsioni per il 2021 ci dicono che una ripresa ci sarà, ma sarà parziale e a macchia di leopardo, con alcuni settori (turismo, ristorazione e industria della moda) che risentiranno ancora degli effetti della crisi e delle misure per arginare la diffusione del virus”.
“Le nostre priorità come Cgil, anche a livello locale, – ha concluso – sono piuttosto chiare: rilancio della sanità territoriale e della medicina preventiva, housing sociale, un turismo diverso e più collegato alla fruibilità culturale, sviluppo delle infrastrutture materiali ed immateriali. Il tutto, a partire da un rilancio del ruolo della Città metropolitana, la quale dovrebbe assumere nuovi poteri istituzionali nel quadro di un organico modello di riforma del titolo V della Costituzione, divenendo finalmente un organismo capace di ricucire centro e periferie e di proporsi come interlocutore fondamentale nella fase di progettazione e messa a terra degli interventi che potranno essere finanziati con i fondi europei”.