Qualità dell’aria. I primi dati della centralina di Settimello

CALENZANO – In un anno la centralina Arpat di Settimello ha rilevato 26 giorni di sforamento del limite di 50 mg/m3, che in un anno non deve essere superato più di 35 giorni. E uno dei dati del progetto di monitoraggio dell’aria a Settimello, realizzato da Università in collaborazione con l’Amministrazione Comunale per valutare l’incidenza […]

CALENZANO – In un anno la centralina Arpat di Settimello ha rilevato 26 giorni di sforamento del limite di 50 mg/m3, che in un anno non deve essere superato più di 35 giorni. E uno dei dati del progetto di monitoraggio dell’aria a Settimello, realizzato da Università in collaborazione con l’Amministrazione Comunale per valutare l’incidenza delle emissioni e le principali sorgenti.

I valori di concentrazione del Pm10, si legge in una nota del Comune, sono in linea con quelli trovati in altre centraline Arpat dell’area di Firenze-Prato. I superamenti sono tutti nel periodo invernale, a causa sia dei riscaldamenti domestici con biomassa che delle condizioni meteo, che favoriscono la concentrazione di particolato. I metalli sottoposti a normativa (Pb, As, Ni, Cd) sono tutti ampiamente sotto i limiti di legge.

Le principali sorgenti di Pm10, secondo l’indagine, sono risultate la combustione per il riscaldamento domestico con biomassa, il traffico veicolare e un dato chiamato “suolo urbano”, composto essenzialmente da polveri di origine antropica. Durante l’anno le principali sorgenti sono così suddivise: combustione 20%; traffico 14,5%; suolo urbano 19,1%; industria 5,3%. Nei giorni di sforamento la percentuale del riscaldamento domestico con biomassa sale sensibilmente: combustione 34,3%; traffico 12%; suolo urbano 21,6%; industria 8,1%.

“Si aspetta il report ufficiale, ma i dati forniscono un quadro chiaro delle emissioni in quella zona – ha commentato l’assessore all’ambiente Irene Padovani -, confermando il fatto che i valori sono in linea con quelli di tutta l’area fiorentina. Riguardo alle sorgenti delle emissioni, le principali cause sono la combustione di biomassa per il riscaldamento delle abitazioni (caminetti e stufe) e il traffico veicolare. L’industria incide per una percentuale molto bassa”.

Si conclude così il monitoraggio della qualità dell’aria a Settimello, promosso dall’amministrazione con due distinti progetti: la centralina mobile di Arpat, che ha coperto determinati periodi nelle varie stagioni e la centralina dell’Università di Firenze che è rimasta in zona da giugno 2020 a giugno 2021, raccogliendo 200 campioni. Rimane invece attivo il biomonitoraggio tramite l’analisi dei licheni.

“L’indagine era nata per fornire un quadro scientifico alle segnalazioni dei cattivi odori – ha concluso Padovani -. Da quanto annunciato non si notano particolari correlazioni tra le sorgenti identificate e le segnalazioni dei cattivi odori. Inoltre, le segnalazioni non corrispondo a valori elevati nella concentrazione del Pm10”. Tutti i dati raccolti, sia da Arpat che dall’Università, saranno presentati alla cittadinanza in un’assemblea pubblica, insieme ai progetti che l’amministrazione metterà in campo per mitigare ancora le emissioni.