Quattrone (Sinistra per Signa): “Piano strutturale intercomunale, una strada che a Signa si è ignorata”

SIGNA – SIGNA – Urbanistica e pianificazione: si è parlato di questi due argomenti nel recente incontro organizza da Valentina Quattrone, candidato sindaco di Sinistra per Signa (Per Signa e Rifondazione Comunista), a cui hanno partecipato Alessio Biagioli e Lorenzo Falchi, rispettivamente sindaco di Calenzano e sindaco di Sesto Fiorentino, intervenuti per illustrare la loro esperienza […]

SIGNA – SIGNA – Urbanistica e pianificazione: si è parlato di questi due argomenti nel recente incontro organizza da Valentina Quattrone, candidato sindaco di Sinistra per Signa (Per Signa e Rifondazione Comunista), a cui hanno partecipato Alessio Biagioli e Lorenzo Falchi, rispettivamente sindaco di Calenzano e sindaco di Sesto Fiorentino, intervenuti per illustrare la loro esperienza di pianificazione intercomunale che ha portato alla recente approvazione del Piano strutturale intercomunale di Calenzano-Sesto Fiorentino.

“Il primo – si legge in una nota – a essere approvato in Toscana ai sensi della legge regionale 65/2014 e in tempi notevolmente brevi considerata la complessità dello strumento, avendo anche beneficiato di un finanziamento regionale ottenuto partecipando al bando di finanziamento nell’anno 2017”. E ancora: “Il valore della loro esperienza è proprio nella condivisione e partecipazione delle scelte politiche delle due amministrazioni che le accumuna in un’unica visione del territorio, della sua tutela e del suo sviluppo. Avere condiviso tali scelte e messo in comune strutture tecniche e amministrative per realizzare uno strumento che mettesse in rete le risorse territoriali, ambientali ed economiche dei rispettivi territori per una visione che andasse oltre i confini amministrativi è stata una scelta importante, perché quello approvato è lo strumento di pianificazione che meglio di altri permette di pianificare nel lungo periodo”.

“Redigere un piano intercomunale – hanno detto Biagioli e Falchi – non significa rinunciare al potere pianificatorio proprio del Comune ma anzi consente di allargare lo sguardo e ragionare di strategie di più ampio respiro in materia di infrastrutture, di risorse culturali ed ambientali e di sviluppo economico mettendo a sistema le eccellenze di entrambi i territori”.

Un percorso che, secondo Quattrone, non è stato seguito a Signa dove “è stata ignorata la possibilità di redigere un piano intercomunale con i Comuni limitrofi, come Lastra a Signa e Campi, perdendo anche la possibilità di partecipare al bando regionale di finanziamento. Inoltre, la discutibile scelta di procedere, invece che alla redazione del Piano Strutturale. all’avvio del procedimento del nuovo Piano Operativo, avvenuto nell’ottobre del 2017 e ancora nemmeno adottato, ha lasciato irrisolti tutta una serie di urgenti istanze del territorio in materia di pianificazione ed edilizia”.

Da qui le sue proposte in materia che fanno parte del proprio programma elettorale: contestuale redazione e approvazione di Piano Strutturale e Piano Operativo al fine di abbreviare il più possibile il periodo di assenza della strumentazione urbanistica adeguata; progettare una rete di verde urbano integrato che metta a sistema tutte le dotazioni di verde e attrezzature pubbliche e private in un unico sistema di fruibilità di spazi pubblici; programmare una politica di incentivazione nell’ambito dei progetti di rigenerazione urbana anche, di interventi di edilizia sociale convenzionata attraverso premialità e perequazione urbanistica che consenta all’amministrazione di dotarsi di un plafond di alloggi da concedere a canone agevolato; dotare il Comune di un piano di abbattimento delle barriere architettoniche; riqualificazione dell’ambiente urbano nel suo complesso attraverso una rivalutazione e riprogettazione degli spazi e dotazioni pubbliche delle aree “prive di qualità”, anche attraverso interventi di rigenerazione urbana; riqualificazione delle aree dismesse attraverso interventi di rigenerazione urbana al fine di reinserire queste porzioni di territorio nel mercato e poterle destinare anche ad altri usi; incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente.