CAMPI BISENZIO – E’ venuta a lanciare la “prima volta” di Radio Londra nella redazione di Piananotizie. Visibile per ora solo su Facebook, Monia Monni e il suo collega in Consiglio regionale Francesco Gazzetti vogliono provare in questo modo, come ribadito in più di un’occasione, a “lanciare un messaggio di resistenza”, partendo “da quelle 500 persone, suddivise in tredici collegi della Toscana, quelle che erano pronte a impegnarsi in prima persone per le primarie del 14 ottobre e che invece si sono sentite epurate”. Ma andiamo con ordine.
“Il nostro – ha detto Monni – è un vero e proprio appello a tutti i resistenti. Per ora è una voce fuori dal coro, che vuole provare a essere strumento per chi la pensa come noi. E per farlo diamo un numero di telefono (3297272352) da usare per farci sapere, tramite messaggio testuale o vocale, da dove, come e a cosa chi ci contatta sta resistendo. Cosa può diventare non lo so. Rispetto a “Traffico permettendo” (che la Monni e Gazzetti facevano, sempre tramite Facebook, dalla loro auto, n.d.r.) è partita quasi per scherzo ma le intenzioni sono estremamente serie”.
La scorsa settimana li abbiamo visti prima “imbavagliati” e poi dire la loro sul “niet” alla lista di appoggio alla candidatura di Simona Bonafè per la guida della segreteria regionale del Pd, di cui Monni e Gazzetti si erano fatti promotori e che voleva esprimere “in maniera costruttiva un pensiero critico” rispetto all’attuale linea della dirigenza nazionale e regionale. Da lì l’idea di “Radio Londra”, “nata per iniziare a dare voce a chi si riconosce nei valori del centro-sinistra ma non sa in chi ‘identificarsi’. Ma anche per combattere chi forse ha in mente un progetto per rendere privo di struttura il sistema politico attuale”. E ogni riferimento non è puramente casuale.
“In questi giorni – continua – ci hanno cercato in tanti, sicuramente perché non si trovano spesso persone che hanno il coraggio di dire quello che pensano e fare finta che tutto vada bene; qualcuno ovviamente si è sentito tirato in causa e non l’ha presa bene ma secondo noi in questo congresso è successo qualcosa di grave ed è perfino riduttivo pensare solo a una dicotomia fra renziani e antirenziani. Cosa faremo? Quello che abbiamo sempre fatto, la nostra sarà una voce critica, proveremo ad allargare verso l’esterno ciò che stiamo facendo qui, tutti i giorni. Lo faremo sui nostri territori, partendo dalle idee per dare un contributo e provare al tempo stesso a rimettere in piedi un partito”.
Un partito che dopo il picco del 40% delle Europee è sceso… in picchiata fino all’attuale 15%: “Il Pd dovrebbe fare esattamente il contrario di quello che sta facendo, chiudendosi su un nucleo storico che si comporta così solo per “garantirsi”. Così come in questi anni non è stato elaborato un pensiero pensando, erroneamente, che potessero farlo le riforme. Ma dietro alle riforme ci vuole il popolo mentre si è pensato a un riformismo calato dall’alto che dal popolo non è stato capito…”.
“Invece – conclude – dobbiamo ricominciare a rielaborare pensieri lunghi e avere prossimità con la gente, anche dal punto di vista fisico”. Intanto la linea passa a… Radio Londra.