Raccolta rifiuti, Fit-Cisl Toscana: “Più tutele per gli addetti al porta a porta”

FIRENZE – “L’approvazione da parte della giunta regionale toscana delle linea guida per ridurre i rischi nelle movimentazioni manuali dei carichi per i lavoratori del settore igiene-ambiente, rappresenta un importante risultato per la salute e la sicurezza degli addetti, che arriva dopo circa tre anni di lavoro e che ha visto impegnati i sindacati, gli Rls […]

FIRENZE – “L’approvazione da parte della giunta regionale toscana delle linea guida per ridurre i rischi nelle movimentazioni manuali dei carichi per i lavoratori del settore igiene-ambiente, rappresenta un importante risultato per la salute e la sicurezza degli addetti, che arriva dopo circa tre anni di lavoro e che ha visto impegnati i sindacati, gli Rls del settore ambiente e alcuni funzionari della Regione addetti alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. A dirlo è il segretario generale della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni, commentando la decisione presa lunedì scorso dalla giunta regionale. “La raccolta differenziata e quindi lo sviluppo del lavoro porta a porta – aggiunge Boni – ha senz’altro migliorato le percentuali di rifiuti differenziati; ma questo tipo di lavoro, se non normato adeguatamente, ha un impatto pesante sulla salute dei lavoratori, con ripercussioni sulle aziende per lavoratori inidonei e nel lungo termine sulla collettività. La Fit-Cisl non è contraria a tale processo metodologico, purché siano garantite le procedure corrette, una maggiore prevenzione”. Il protocollo si integra con il Decreto legge 81/08 e dovrà essere applicato da tutte le aziende pubbliche e private della Toscana che si occupano di raccolta rifiuti. Un passo avanti importate, con il quale si gettano le basi affinché il porta a porta possa essere valutato con la possibilità di rientrare nelle casistiche di “malattia professionale”. “A maggior ragione – riprende Boni – le aziende dovranno essere attente affinché le procedure individuate, anche quelle di genere, siano rigorosamente rispettate. Il protocollo “buone prassi” recepito dalla Regione Toscana, che poi a sua volta verrà trasmesso a tutte le aziende che si occupano di raccolta rifiuti, individua i rischi specifici di ogni fase lavorativa e di conseguenza mette in chiaro gli accorgimenti da adottare per garantire la salute degli operatori”. “Questo risultato raggiunto in Toscana  – conclude il segretario Fit – potrà fare da apripista anche per le altre regioni; e speriamo anche in un doveroso riconoscimento del Governo, con l’estensione a tutto il territorio nazionale. Merito di questo risultato va riconosciuto al gruppo di lavoro degli RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) della Toscana eletti nel comparto dei servizi ambiente e in particolare al nostro delegato Nedo Domizi, che fa parte anche del ‘punto incontro 626’ della Fit Toscana, perché più degli altri ha creduto nell’ottenimento di questo importate risultato. Ora il protocollo va applicato”.