Recupero caserma Donati. Presentato un esposto per danno erariale contro i dirigenti della Difesa

SESTO FIORENTINO – Il presidente della cooperativa Delfino Antonio di Maio ha presentato, alla Corte dei conti, un esposto relativo alla ex caserma Donati di via Gramsci a Sesto, struttura militare dimessa dal Ministero della difesa sul finire degli anni ’90 e, da tempo, oggetto di un possibile progetto di recupero a fino civili. Ne […]

SESTO FIORENTINO – Il presidente della cooperativa Delfino Antonio di Maio ha presentato, alla Corte dei conti, un esposto relativo alla ex caserma Donati di via Gramsci a Sesto, struttura militare dimessa dal Ministero della difesa sul finire degli anni ’90 e, da tempo, oggetto di un possibile progetto di recupero a fino civili.
Ne corpo dell’esposto, Di Maio ricostruisce gli ultimi di storia dell’area di via Gramsci “oggetto di numerose occupazioni, al centro di forti polemiche per il negativo impatto ambientale che si riflette su tutto il quartiere” compreso il fatto di essere un’area “ad alto rischio per le numerose strutture di cui si compone le quali, nonostante i numerosi e costosi interventi fatti dal Comando Genio per murare gli ingressi che vengono utilizzati da persone senza fissa dimora, sono sempre oggetto di violazione e continui attacchi esterni”.
La cooperativa Delfino, già dal 2008, aveva espressa la disponibilità ad intervenire nel “recupero e valorizzazione dell’area a favore del personale delle Forze armate e di polizia con la realizzazione di alloggi da concedere in locazione ai soci”.
Seguendo un iter burocratico ufficiale la cooperativa ha anche presentato un progetto che prevede: 9 fabbricati da 12 alloggi di mq 95 netti otre garage  per complessivi 108; 20 villette a schiera di 95 mq netti oltre garage; ludoteca di mq 369; un asilo nido di mq 260; una sala polifunzionale di mq. 200; un campo di gioco di mq 590 compresi i servizi.
La cooperativa avrebbe riconosciuto al Ministero della difesa 12 alloggi per un valore di 2.156.825 di euro oltre ad accollarsi gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria.
L’iter per l’assegnazione dell’area sarebbe poi continuato, fino all’agosto 2011, quando la cooperativa formalizza al Ministero della difesa la documentazione necessaria compresa la dichiarazione di Cariparma a finanziare l’intervento per 15 milioni.
Nell’agosto 2011 il Ministero dichiara di “aver individuato la Coop Delfino quale soggetto attuatore per la realizzazione di alloggi da edificarsi sul sedime della  ex Caserma Donati, definendo lo stesso come progetto pilota di una operazione di valorizzazione da riportare su tutto il territorio nazionale dando specifico mandato a GenioDife di  procedere all’atto di concessione di natura patrizia”.
Ma qui iniziano i problemi. Come di Maio spiega nell’esposto “il Gen. Caporotundo, disattendendo la disposizione del Ministro in data 20 /09/2011 restituisce la documentazione rinunciando di attuare precise disposizione da parte dell’organo politico decisionale con la seguente motivazione: come è noto a codesta Società cooperativa, questa Direzione Generale ha ricevuto specifico mandato volto a verificare la fattibilità tecnico-amministrativo della linea d’azione ipotizzata ,al fine di mettere a regime una procedura che consente legittima applicazione dell’originaria previsione normativa degli artt. 628 e 631 della legge 244/07”.
In altre parole: un niente di fatto che comporta il mantenimento delle spese a carico dell’amministrazione dello Stato per la gestione di un’area dimessa che necessità, comunque, di attenzioni e interventi per la tenuta in sicurezza.
Da lì sono poi nati problemi con Cariparma che premeva sulla cooperativa Delfino per la formalizzazione degli atti mentre la cooperativa instaurava un carteggio con il Ministero delal difesa che dava assicurazioni di riuscire a formalizzare l’atto di concessione entro il 31.12.2012.
caserma-donati-003Di Maio racconta nell’esposto che “la caserma Donati come previsto dal D.Lgs n°69/2013 .(decreto del fare) potrebbe essere soggetta ad eventuale richiesta da parte dell’amministrazione comunale a titolo gratuito provocando di fatto un’ingente perdita per il Ministero della difesa facendo risultare inutile e di totale spreco tutte le spese sostenute dallo stesso, a carico della collettività, per oltre 10 anni di dismissione; del danno che centinaia di famiglie stanno subendo per una mancata attuazione da parte dei vertici militari di una chiara direttiva del Ministro”.
A conclusione dell’esposto Di Maio quantifica un sostanziale danno erariale per 5.656.825 di e chiede alla Corte dei conti di Roma “se è ravvisabile nel comportamento dei dirigenti della Difesa che, contravvenendo a chiare disposizioni legislative, hanno arrecato danno erariale di considerevole entità, danno a carico dei soci della cooperativa che, contando su una legge dello Stato, su direttive ministeriali ed evidenti riferimenti legislativi in merito continuano ad occupare alloggi ad affitto maggiorato pur di arrivare a maturare un diritto ed usufruire di una possibilità per costruirsi un alloggi dopo anni di servizio lontano dai luoghi di origine ed in zone dove lo stipendio di un militare di basso grado, non potrà mai sperare di costruirsi una casa”.