Regionali, De Franco (Lega): “Se ci sarà continuità fra Rossi e Giani, in Toscana non cambierà niente”

SIGNA – SIGNA – E’ il capolista della Lega (insieme a Vanessa Fiaschi, Luigi Baldini e Liliana Angelicchio) nel Collegio 4 alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Vincenzo De Franco, avvocato, è il capo gruppo della Lega in consiglio comunale a Signa, dopo aver portato, alle amministrative dell’anno scorso, la maggioranza che attualmente […]

SIGNA – SIGNA – E’ il capolista della Lega (insieme a Vanessa Fiaschi, Luigi Baldini e Liliana Angelicchio) nel Collegio 4 alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Vincenzo De Franco, avvocato, è il capo gruppo della Lega in consiglio comunale a Signa, dopo aver portato, alle amministrative dell’anno scorso, la maggioranza che attualmente governa il nostro Comune al ballottaggio. “Reduce” dalle recenti polemiche che hanno contraddistinto l’arrivo di Matteo Salvini e Susanna Ceccardi a Signa, insieme a lui abbiamo affrontato le varie questioni che riguardano la sua campagna elettorale in avvicinamento all’appuntamento con le urne.

La decisione di candidarsi da cosa nasce?
“Il partito ha chiesto la mia disponibilità e io l’ho concessa volentieri, anche in virtù dei risultati ottenuti alle ultime elezioni amministrative a Signa”.

Che campagna elettorale è e come la sta vivendo?
“E’ stata ed è una campagna elettorale breve ma dura. Nel corso della quale, a fronte della mancanza di argomenti da parte dei nostri avversari, abbiamo ricevuto anche degli attacchi ingiustificati. Non c’è quel dialogo, sui temi, che invece dovrebbe esserci. Temi su cui il centro-sinistra, anno dopo anno, ha sempre proposto qualcosa che poi si è rivelato un fallimento. Anzi, sta perseverando nelle cose dette e poi non fatte. Quindi, se ci sarà continuità fra Rossi e Giani, in questa regione non cambierà assolutamente niente”.

A proposito di Enrico Rossi: si parla ormai da tempo di un suo possibile inserimento all’interno della giunta signese…
“E’ una cosa che non concepisco e che, se si verificherà, sarà solo per mantenersi una poltrona a livello europeo. Si tratta tuttavia di una decisione imposta dall’alto al Comune di Signa, la prova provata che l’amministrazione comunale sta diventando sempre più un’espressione di partito e non il frutto di una legittimazione popolare”.

Quali sono i principali temi su cui verte la sua campagna elettorale?
“Nella Piana c’è il fiore all’occhiello dell’imprenditoria regionale. Ma non ci sono significative politiche di accesso al credito. Ecco, è mia intenzione fare in modo che le aziende che qui hanno la loro sede non diventino un “obiettivo” di paesi stranieri così come è successo in questi anni. Il mio proposito, quindi, è quello di creare un fondo di garanzia non solo destinato alle imprese ma anche per garantire un importante livello occupazionale. Al lavoro è connessa la questione della viabilità: se ne parla in ogni campagna elettorale e poi, chi governa questa regione da anni, non ha mai fatto niente di concreto per quest’area. E’ ora di voltare pagina. Infine, la sanità, argomento su cui il centro-sinistra ci ha spesso attaccati: intanto dovremmo partire dal recupero di tutti i presidi territoriali già esistenti, con il coinvolgimento dei medici di base”.

Quale è il suo modello di sanità?
“Una sanità sia pubblica che privata e che sia in grado di risolvere il problema cronico delle liste di attesa. E che passi per il ripristino della gestione delle emergenze a livello territoriale, con ambulanze medicalizzate in almeno tre Comuni: Signa, Lastra a Signa e Campi Bisenzio”.

Alle amministrative del 2019 la coalizione di centro-destra ha portato i propri avversari di centro-sinistra al ballottaggio. E se si votasse oggi?
“Penso che le condizioni sarebbero state diverse, ancora più favorevoli a nostro favore. Insieme a Uniti per Signa, in questo anno di opposizione, abbiamo lavorato bene, con un’importante unità di intenti sulle varie questioni che di volta in volta abbiamo affrontato e si è instaurato un rapporto di reciproca fiducia. Ecco, se avessimo votato oggi, ce la saremmo giocata ancora con maggiore convinzione”.