CALENZANO – Con poco più di 7mila caffè, come cantava Alex Britti, Remo Calonaci ha costruito il Duomo di Firenze in miniatura naturalmente. Sì, perché quella di Calonaci è una passione cresciuta negli anni e diventata realtà durante il Lockdown quando si doveva stare chiusi in casa e, in questo caso, bere caffè utilizzando le capsule. “Venga a prendere un caffè da noi?” è stato l’invito esteso ad amici e parenti una volta terminato il periodo del Covid. “Con le capsule in alluminio dei caffè, dopo il loro utilizzo – spiega Calonaci – e dopo averle svuotate dei residui della polvere, ho pensato che potessero avere una seconda vita. Le ho tagliate facendole diventare delle strisce e mi è venuta l’idea di provare a costruire i monumenti fiorentini in miniatura”. E’ così che dopo alcuni anni sono nati il Duomo, Palazzo Vecchio e il Ponte Vecchio e in questi giorni sono in mostra fino al 26 giugno nella sede dell’azienda qu.in. di Calenzano. “Firenze in capsule”, titolo adatto all’esposizione, è anche un inno alla manualità e all’ingegno di Calonaci che presenta il suo tavolo da lavoro con i vari attrezzi tra cui anche una vecchia macchinetta per la pasta.
“Questa l’ho presa di seconda mano – ci scherza su – le prime volte usavo quella che abbiamo in casa, ma mia moglie non sopportava l’idea che passassi le strisce di alluminio nella macchina per la pasta e così mi sono dovuto organizzare”. Colla, forbici, martello, una taglierina costruita appositamente, trincetto e le immancabili capsule colorate fanno parte dei materiali per iniziare a costruire il monumento in miniatura. “Ho costruito anche alcuni attrezzi – dice – perché mi piaceva realizzare tutto artigianalmente. Per fare la cupola del Brunelleschi ho realizzato le strisce in modo tale da poterle piegare”. Ma mentre l’interno della capsula è dello stesso colore, quello esterno ha una nota cromatica diversa in base al tipo di caffè ed è qui che per anni, Calonaci ha gentilmente chiesto ad amici e parenti di fermarsi a casa sua per consumare un caffè, anzi uno specifico tipo di aroma.
“E’ andata proprio così, – racconta ridendoci su – invitavo le persone e le convincevo a scegliere quel tipo di capsula che mi serviva per realizzare le pareti di Palazzo Vecchio e del Ponte Vecchio. Più problematica è stata la scelta delle capsule per costruire il Duomo. Qui serviva il caffè al cocco, un gusto un po’ particolare non apprezzato da tutti, con la capsula di un bianco sporco tanto da sembrare marmo”. Per realizzare tutti e tre i monumento ha impiegato 16.200 capsule usate, per Palazzo Vecchio, 3.400 capsule, l’impegno è stato di un anno e più o meno anche per gli altri monumenti, per il Duomo sono servite 8500 capsule e “solo” 4.300 per il Ponte Vecchio. Appassionato di storia di Firenze, Remo Calonaci prima di andare in pensione, lavorava in Provincia e si occupava di manutenzione. Un’attività che gli ha permesso di conoscere in modo approfondito alcuni monumenti. “Per realizzare la torre di Palazzo Vecchio – racconta – mi sono ricordato di quando ero salito per una manutenzione. Sotto il tetto per raggiungere la parte più alta c’è una scalinata che mi ha consentito di costruire fedelmente quella parte del Palazzo”. La mostra di questi giorni è un omaggio non solo alla città di Firenze, ma anche alla creatività e all’ingegno nel riciclo di oggetti e prodotti. Dopo l’esposizione le miniature torneranno nella taverna della casa di Rufina dove vive con la famiglia in attesa… che qualcuno possa passare per prendere un caffè.






