Residenze teatrali, l’esperimento continua

FIRENZE – Una “casa” offerta ad operatori e artisti che casa non hanno, in molti casi giovani artisti, e che diventa luogo di produzione, rappresentazione ma anche di formazione. Le residenze artistiche sono uno snodo e punto di incontro tra arte e comunità, opportunità di crescita professionale ma anche civile e sociale. “Sulle residenze artistiche […]

FIRENZE – Una “casa” offerta ad operatori e artisti che casa non hanno, in molti casi giovani artisti, e che diventa luogo di produzione, rappresentazione ma anche di formazione. Le residenze artistiche sono uno snodo e punto di incontro tra arte e comunità, opportunità di crescita professionale ma anche civile e sociale.

“Sulle residenze artistiche abbiamo avviato un lavoro tre anni fa e vogliamo portarlo avanti premette l’assessore alla cultura e vice presidente della giunta regionale toscana, Monica Barni. – Le residenze artistiche sono, nei numeri toscani, qualcosa in effetti che nelle altre regioni non esiste: un’eccellenza, ‘avamposti culturali in trincea’ di un lavoro che mette insieme qualità e prossimità. Ma sono anche una delle tante tessere capaci di garantire una diffusa accessibilità alla cultura, che è un po’ il fil rouge, trasversale, dell’azione portata avanti dall’assessorato dall’inizio della legislatura”.

All’incontro oggi a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze assieme alla Regione e ai rappresentanti degli spazi teatrali “abitati” c’erano anche l’Anci, l’associazione dei Comuni toscani, e tanti amministratori. Tutti riconfermano la volontà di proseguire nel progetto che ha dato finora buoni frutti.

L’iniziativa, mentre sta per partire l’ultima stagione del triennio 2016-2018, diventa così l’occasione per fare il punto e raccontarne i numeri: a partire dal volume d’affari complessivo e dalle risorse generate (5 milioni), dalle produzioni in aumento e il pubblico anch’esso in crescita, e dalle risorse investite, più di 4,5 milioni di euro, la fetta più grossa dalla Regione (1 milione e 900 mila per ciascun anno dell’attuale triennio, distribuiti con un avviso pubblico) e una parte rilevante anche dai Comuni (950 mila).

Di residenze artistiche in Toscana ce ne sono 23, 18 singole e 5 multiple, animate da 33 imprese teatrali che agiscono quotidianamente in 57 spazi teatrali in convenzione con 43 diversi comuni. Ce n’è uno almeno in quasi tutte le province toscane. Tra i 33 titolari delle residenze toscane, ce ne sono tre nella Piana, a Calenzano, Lastra a Signa e Sesto Fiorentino: Il Teatro delle Donne – Centro nazionale di drammaturgia, Teatro Popolare d’Arte e Teatro della Limonaia.

“Per la comunità i benefici sono enormi – spiega Barni -. Uno su tutti: il moltiplicarsi di eventi culturali ad ampio raggio”. “Naturalmente il progetto – annota – rivolge l’attenzione alle giovani compagnie e o i gruppi emergenti”. Quindici residenze hanno dato opportunità di residenza ad oltre trenta compagnie e tredici (con 63 spettacoli programmati) hanno ospitato giovani compagnie.

L’anno scorso, nel 2016, le residenze toscane hanno programmato autonomamente 1618 spettacoli, oltre l’11 per cento in più del 2015, e 127.049 sono state le presenze, con un aumento di più del 20 per cento. Ci sono stati anche altri 126 spettacoli che le residenze hanno programmato nei loro teatri in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana. Sempre nel 2016 sono state inoltre organizzate 6242 giornate di laboratorio e attività d’incontro, formazione, promozione e diffusione delle culture teatrali ed altre 2.094 in cui i teatri si sono trasformati in una casa per il lavoro fra artisti e pubblico ospitando da tutta Italia e dall’estero artisti in residenze. Di più: sempre nel 2016 grazie alle residenze e la loro attività anche ‘ nomade’ la produzione ‘made in Toscana’ ha esportato in Italia e all’estero 2.190 aperture di sipario a cui hanno assistito 221.367 spettatori. Un’attività che complessivamente ha visto impegnate 1.114 persone tra artisti, personale amministrativo e tecnici, cumulando ben 42.782 giornate lavorative e diventando dunque anche occasione di sviluppo economico.