SESTO FIORENTINO – Dopo l’accordo sulla ricollocazione degli esuberi di Richard Ginori, adesso si diffonde la disillusione tanto che alcuni si sono rivolti alla stampa perché sperano si riesca a far luce sulla reale consistenza dell’accordo garantito dai sindacati, dalle istituzioni e dalla stessa Gucci neo proprietaria della manifattura sestese.
Le ricollocazioni sarebbe dovute avvenire all’interno di aziende “satelliti” del gruppo Gucci ma, Daniele Giomi, ci scrive che “alla fine si viene a sapere che le famose società satelliti non sono altro che cooperative di servizi, serie, ma pur sempre cooperative che offrono, per il 90%, altro che lavori di pulizia”. Poi ci rappresenta la situazione che è venuta a concretizzarsi mercoledì 19 giugno: “la proposta finale di lavoro prevede per le donne solo 30 ore la settimana (contro le 40 lavorate in Richard Ginori) a volte non continuative (tipo la mattina dalle 6 alle 8 in un posto zona x ed il pomeriggio le restanti 4 ore in un altro posto zona y)”. Per quanto riguarda il livello di inquadramento e lo stipendio relativo “tutti verranno inquadrati al 1^ livello operaio del contratto multiservizi alla relativa paga base”. Il che significa circa 600 eiro al mese in busta paga.
Adesso, ci si lamenta del fatto che non siano stati considerati gli inquadramenti e l’anzianità maturata in anni di lavoro all’interno della Ginori.
Giomi conclude la sua lettera spiegando che sindacati, istituzioni e Gucci si sono comportati come Ponzio Pilato “offrendo ai lavoratori il minimo indispensabile solo per sentirsi la coscienza pulita e per dire noi abbiamo mantenuto i patti”.
Richard Ginori. Lo sfogo di chi deve essere ricollocato: “fare le pulizie è dignitoso, ma non 6 ore al giorno con orario spezzettato”
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