FIRENZE – “Ormai il Consiglio regionale – tranne rari casi singoli – sembra diventato di fatto una succursale di Corporation America, cioè del padrone privato degli aeroporti toscani”: questa, in estrema sintesi, la posizione del Partito della Rifondazione Comunista Toscana ma anche di Firenze e Prato. Che in una nota critica quanto successo nella giornata di ieri con l’approvazione di una mozione relativa alla nuova pista.
“Non si può che commentare così – si legge in una nota – l’ennesimo tentativo di resurrezione del progetto di nuovo mega scalo fiorentino, grazie alla mozione approvata a larghissima maggioranza ieri. Per l’assise regionale non ci sono state le sentenze della magistratura che avevano messo la parola fine al progetto, le prese di posizione degli stessi ministeri, anni di progetti bocciati e di crescente avversità dei cittadini, non c’è stato nulla di tutto questo, si deve ripartire ad ogni costo, il privato lo richiede. Vogliamo inoltre sottolineare che nulla ha a che fare, se non molto marginalmente, il progetto di nuova pista aeroportuale con la riqualificazione di zone come Peretola, Brozzi, Quaracchi e le Piagge, e molto a che fare con la devastazione ambientale di tutta la Piana”.
“Meno che mai – conclude il comunicato – con lo sviluppo armonico, come si dice nella mozione, del sistema aeroportuale toscano, visto che proprio quel progetto confligge con le funzioni dello scalo pisano. Noi con coerenza siamo stati e saremo sempre contro questo progetto folle da ogni punto di vista, e i suoi periodici tentativi di resurrezione. Agli altri cioè Pd, Italia Viva e centro destra, lasciamo il coro teso ad accreditarsi come il più fedele alleato del progetto stesso, come stiamo assistendo in queste ore. Mentre nessuno parla ovviamente dei soldi pubblici già impegnati a più riprese per la realizzazione del medesimo, di proprietà appunto di un privato. Né della sorte inconoscibile e dimenticata dai più dei lavoratori dell’handling. Come al solito ci impegneremo alla mobilitazione contro questa tragica beffa dell’interesse pubblico”.