Rifondazione Comunista: “Mobilità, così non va. Trasporti pubblici, spostamenti fra i Comuni: ecco le nostre proposte”

SIGNA – “Ogni giorno fra ottobre e giugno il 52,8% dei residenti a Signa, che frequentano una scuola o svolgono un’attività, si spostano fuori dal Comune. Un dato superiore a quello regionale (31,5%) e a quello complessivo della Città metropolitana di Firenze (33,6%)”: questo uno dei dati emersi dal recente incontro sulla viabilità organizzato a […]

SIGNA – “Ogni giorno fra ottobre e giugno il 52,8% dei residenti a Signa, che frequentano una scuola o svolgono un’attività, si spostano fuori dal Comune. Un dato superiore a quello regionale (31,5%) e a quello complessivo della Città metropolitana di Firenze (33,6%)”: questo uno dei dati emersi dal recente incontro sulla viabilità organizzato a Signa da Rifondazione Comunista. “Si parla – si legge in una nota – di dati Istat del 2019, fra l’altro condizionati al ribasso dalle misure adoittate per contrastare la diffusione del Covid. Un altro 27,5% della popolazione interessata (fascia di età 6-64 anni) si sposta nell’ambito del Comune di Signa. A fronte di questi numeri l’offerta di trasposto pubblico locale, se è abbastanza sufficiente lungo l’asse Firenze-Empoli è del tutto insufficiente lungo l’asse Scandicci-Calenzano, che registra un numero di pendolari altrettanto numeroso. Il problema non può lasciare indifferente l’amministrazione comunale”.

“Quindi – dicono da Rifondazione Comunista – il Comune di Signa dovrebbe attivarsi per presentare in Regione Toscana le seguenti necessità: rimodulazione del servizio di Tpl allo scopo di assicurare migliori collegamenti fra Signa e gli altri Comuni della Piana (Scandicci, Lastra a Signa, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Calenzano; assicurare una maggiore intermodalità fra il trasporto su gomma e quello su ferro, implementando i collegamenti fra le diverse frazioni e le fermate ferroviarie di Signa e Lastra a Signa. Al tempo stesso sul piano delle competenze comunali riteniamo necessari due provvedimenti: dare vita a un Piano strutturale intercomunale, anziché a una pianificazione urbanistica strettamente comunale, allo scopo di garantire un maggiore rquilibrio in un’area appesantita da carichi urbanistici in alcune aree e povera di funzioni in altre; mettere in atto politiche di interventi di “piccola infrastrutturazione” per assicurare una mobilità leggera come percorsi pedonali protetti o attraversamenti sicuri della viabilità più trafficata, compreso – studiandone la fattibilità tecnica – anche sottoattraversamenti. Su questa base intensificare i propgrammi di abbattimento delle barriere architettoniche, ma anche di quelle urbanistiche”.