Rifondazione Comunista: “Pensiamo di più alla scuola pubblica, anche a Signa…”

SIGNA – Nel dibattito scuole paritarie-scuole pubbliche interviene anche il circolo signese di Rifondazione Comunista per voce del suo segretario Giuseppe Caiolo. “L’amministrazione comunale signese – si legge in una nota – si è attivata con la Regione Toscana per sollecitare un intervento dello Stato in favore delle scuole paritarie: ogni anno vengono versati 700 […]

SIGNA – Nel dibattito scuole paritarie-scuole pubbliche interviene anche il circolo signese di Rifondazione Comunista per voce del suo segretario Giuseppe Caiolo. “L’amministrazione comunale signese – si legge in una nota – si è attivata con la Regione Toscana per sollecitare un intervento dello Stato in favore delle scuole paritarie: ogni anno vengono versati 700 milioni di denaro pubblico che vanno ad aiutare gli istituti paritari, mentre lo Stato non ha soldi neppure per rendere sicure le aule. La questione di fondo è la stessa di sempre, per l’educazione come per la sanità: le famiglie sono disponibili a qualunque sacrificio economico per la salute dei propri componenti e per l’istruzione dei giovani. Che questi settori potenzialmente in grado di arricchire a dismisura i privati siano invece monopolizzati da servizi pubblici gratuiti è considerato inaccettabile dai fautori del libero mercato, che vedono in entrambi una “gallina dalle uova d’oro”. Ecco spiegato lo zelo con cui sono state privatizzate progressivamente le offerte del settore sanitario e contemporaneamente la crescita del settore delle scuole non statali (paritarie o meno). Tutto questo, mentre le scuole statali non vengono messe in sicurezza e scontano problemi di personale, soprattutto nelle aree a forte disagio sociale, economico e culturale, dove sono più necessari interventi mirati e l’utilizzo di risorse aggiuntive. Una scuola per tutti in una società più uguale. Ormai il Partito Democratico insegue la deriva neoliberista senza se e senza ma al servizio dell’interesse dei pochi e a discapito delle classi sociali meno abbienti. Noi invece, preferiamo batterci per un mondo e per una scuola per tutti”.