CAMPI BISENZIO – “(…) l’eventuale esito negativo dell’esame congiunto o l’impossibilità di definire, comunque, in quella sede una intesa sulla realizzazione del progetto industriale, costringerebbero la società ad assumere decisioni di tutt’altro segno rispetto a quelle contenute nell’Accordo quadro del 19 gennaio 2022”: riporta la Rsu della ex Gkn, “così ci scrive Qf oggi al termine di una richiesta di procedura di cassa integrazione, infarcita di considerazioni opinabili e ricostruzioni dei fatti assolutamente contestabili. Ma senza entrare nel merito di tutte queste questioni, per le quali siamo pronti a farlo in qualsiasi momento, la novità è questa: Qf minaccia la disdetta di fatto dell’accordo quadro”.
“Minaccia che viene fatta praticamente per ottenere la firma di una cassa integrazione in deroga e retroattiva, che va a coprire i mesi già passati. La novità può stupire solo chi non ha capito il gioco in atto: arrivare a una trattativa con lo stabilimento sull’orlo del baratro. Questa formulazione scritta, tuttavia, ufficializza un approccio incredibile e inaccettabile che farebbe saltare in aria qualsiasi rapporto tra le parti. Questo tra l’altro avviene in un momento in cui Confindustria nazionale ha preso in mano la trattativa. Lecito pensare quindi che Confindustria stessa sia compartecipe di questa impostazione. Se così fosse, questa volta lo “squalo” non è un britannico fondo inglese ma una italica associazione datoriale. Naturalmente Confindustria è libera di prendere le distanze in qualsiasi momento da questa impostazione e smentire ogni nostra ipotesi. Non sappiamo quale sia l’opinione e il grado di coinvolgimento in questa impostazione da parte del Governo, vecchio o nuovo che sia. Quello che è certo è che il non intervento delle istituzioni nel porre un limite a questa continua telenovela, sta evidentemente e deliberatamente provocando gli animi di trecento famiglie e di un intero territorio. A maggior ragione massima mobilitazione, tutte e tutti presenti il 9 ottobre: per la giornata campale per la fabbrica pubblica socialmente integrata”.