SESTO FIORENTINO – Braccio di ferro tra Fondazione Diesse e Immobiliare Popolare e il Comitato “Insieme per il Rinascita”. Dopo l’annuncio dell’assemblea indetta dal Comitato per evitare la vendita dell’immobile di via Matteotti e prevista per il 9 aprile (l’assemblea era stata indetta inizialmente il 18 marzo, ma poi a causa dell’emergenza alluvione, è stata spostata alla nuova data di aprile), Fondazione e Immobiliare intervengono con una nota perchè, dicono Maurizio Ulivo Soldi, presidente Fondazione Diesse e Andrea Sanquerin, amministratore Immobiliare Popolare di Sesto Fiorentino, è “necessario fare un po’ di chiarezza”. “Fondazione Diesse e Immobiliare Popolare – si legge nella nota – stanno operando per salvaguardare il “patrimonio collettivo” che è stato loro consegnato in base agli obblighi amministrativi vigenti oltre che nello spirito sociale e politico da cui provengono. Continuiamo a ritenere che l’accordo raggiunto con il Circolo Rinascita e Arci, con la disponibilità alla vendita delle parti individuate come “non necessarie” al funzionamento del nuovo Circolo, consenta di salvare il Circolo stesso mettendolo a riparo da ulteriori indebitamenti e consentendogli di riprogettare le sue funzioni e attività. Per questo rinnoviamo l’auspicio che questa disponibilità incontri l’interesse di investitori o organizzazioni disponibili ad intervenire con un progetto di positiva valorizzazione e rigenerazione dell’immobile. Da parte nostra non è presente alcun pregiudizio per una soluzione di questo tipo e vorremmo che lo stesso atteggiamento sia assunto, anche sulla base di una effettiva conoscenza della situazione e dell’accordo, da parte di chi si è attivato a sostegno del Circolo e dal PD che non può mancare di indicare percorsi effettivamente percorribili”.
“A oggi Fondazione Diesse – prosegue la nota – si trova ad avere debiti principalmente verso l’erario, debiti maturati nel corso del tempo in conseguenza al fatto che, stante il mutamento del contesto socio economico della nostra città aggravato anche dalle conseguenze del Covid, gli utilizzatori delle strutture non sono stati in grado di onorare i propri impegni nell’affitto della strutture, rompendo gli equilibri gestionali previsti e necessari. Al contempo riceviamo accertamenti e messa a ruolo per le tasse non pagate in conseguenza dei crediti non riscossi da parte dei due inquilini. Gli appelli e le firme, purtroppo, non possono essere presentati come pagamento dei debiti maturati con l’erario e con gli altri creditori. Quindi, nostro mal grado, senza soluzioni a breve termine come quella su cui Fondazione, Circolo Rinascita ed ARCI avevano lavorato, ed in assenza di altre proposte concrete, saremo costretti a salvaguardare il patrimonio della Fondazione con azioni a sua tutela compresa, malauguratamente, la messa in vendita una parte del patrimonio stesso della Fondazione. Tuttavia, come ripetutamente è già stato fatto nei confronti delle forze politiche, se i promotori dell’appello volessero assumersi responsabilità dirette nella gestione dei debiti e del patrimonio, il consiglio della Fondazione è a disposizione”.