Sanità, assessore Spinelli: “Rsa, senza ulteriori stanziamenti dal Governo impossibile aumentare quote sanitarie”

FIRENZE – “Quanto stanno segnalando le strutture sanitarie su un aumento macroscopico delle bollette corrisponde una situazione reale. Noi in questo momento possiamo solo monitorare le risorse che abbiamo a disposizione e usarle il più efficacemente possibile. Su un aumento della quota sanitaria non c’è una contrarietà, ma per farlo è necessario reperire risorse e […]

FIRENZE – Quanto stanno segnalando le strutture sanitarie su un aumento macroscopico delle bollette corrisponde una situazione reale. Noi in questo momento possiamo solo monitorare le risorse che abbiamo a disposizione e usarle il più efficacemente possibile. Su un aumento della quota sanitaria non c’è una contrarietà, ma per farlo è necessario reperire risorse e abbiamo necessità di ulteriori stanziamenti da parte del Governo”. È quanto dichiarato dall’assessore al welfare della Regione Toscana Serena Spinelli che ha risposto in Consiglio regionale a due interrogazioni in merito alla situazione di emergenza nelle Rsa toscane: la prima presentata da Giovanni Galli e Andrea Ulmi (Lega) e la seconda da Elisa Tozzi (Gruppo Misto – Toscana Domani).

L’assessore Spinelli ha ricordato come nella fase di emergenza Covid la Regione Toscana abbia inserito ulteriori risorse nel sistema complessivo delle Rsa per superare la fase Covid: “Negli ultimi 3 anni – ha affermato – indipendentemente dalle risorse strutturali ad esse destinate, che ammontano a 206 milioni di euro annui, la Regione Toscana ha destinato alle Rsa 55 milioni e 510.699,77 euro. Le risorse sono state erogate sia sotto forma di ristoro sia, successivamente, come ristori ulteriori così definiti: 3 euro di aumento della quota sanitaria a cui si aggiunge il 40% della quota sanitaria per i posti non occupati a causa Covid. Risorse che sono state stanziate fino al 31 giugno 2022, nonostante il Governo abbia interrotto la fase di emergenza il 31 marzo 2022. Questo è stato associato alle risorse stanziate per la gestione delle cosiddette bolle covid, che avevano un ulteriore riconoscimento economico. A conti fatti per i ristori abbiamo stanziato circa 17 milioni di euro”.

“L’atteggiamento della Regione – ha continuato Spinelli – è stato quello di non lasciare da sole le strutture ma di dare loro supporto. Da sei mesi stiamo inoltre monitorando in modo costante l’utilizzo adeguato dei posti convenzionati, che hanno una quota sanitaria spendibile e che nella nostra regione sono 11.000 a fronte dei 14.000 autorizzati. La quota sanitaria è di 53,32 euro ed è richiesto dai gestori un loro aumento. Quello che ci viene chiesto in diverse interrogazioni è un aumento di 12 euro il giorno. Per noi 12 euro di aumento equivalgono a circa 45-48 milioni di euro in più nel sistema, oltre ai 206 che già stanziamo. Probabilmente non sarebbero comunque sufficienti per far fronte all’aumento delle bollette. Quindi siamo in grado di intervenire solo reperendo ulteriori risorse, che in questo momento non ho nella mia disponibilità. Purtroppo devo dire che per la lettura che ne diamo, l’aiuto decreti Ter esclude proprio le RSA. Quindi al momento posso solo utilizzare in maniera efficace le risorse a disposizione”.

Non si è detto soddisfatto della risposta dell’assessore Giovanni Galli (Lega). “Essendo in continuo contatto con i gestori delle residenze posso dire che emergono continue difficoltà. Inoltre a noi non risulta che ci siano stati i ristori che cita e quello che ci ha comunicato non rappresenta per intero la verità. Le Rsa hanno fatto un servizio che sarebbe stato responsabilità del servizio sanitario, quello di prendersi cura dei malati di covid. Hanno avuto significativi aumenti perché i dispositivi sanitari sono stati a carico loro”.

“I gestori vorrebbero discutere della quota sanitaria – ha continuato Galli –  ma non sono mai stati ascoltati. Vorrei sapere perché non è stata rivista la quota sanitaria come prevedeva la legge regionale 829 del 2009. Mi preoccupa poi quello che lei ha detto in una riunione con i gestori delle Rsa, cioè che nei prossimi 18 mesi, ovvero finché non sarà definito il nuovo sistema delle Rsa, non sarà dato un centesimo a questo settore. Oggi siamo di fronte alla crisi energetica. Perché la Regione Toscana non è intervenuta diversamente come ha fatto Emilia Romagna che ha pensato a stanziamenti straordinari di costi che arrivano al 400%? Io credo che non si vuol decidere perché si ha già un obiettivo preciso. Mi sorge il dubbio che forse c’è un piano finalizzato a rendere pubbliche tutte le strutture delle Rsa facendo chiudere quelle private. Non vorrei che i 24 ospedali di comunità ripartiti sull’intero territorio regionale siano adibiti ad accogliere pazienti cronici o lungo degenze, che è la duplicazione di quello che abbiamo già con le residenze per anziani. Noi siamo per un sistema misto dove il pubblico integra il privato e il privato implica il pubblico. Invito l’assessore ad essere più chiara perché quello che ci viene detto non va nella direzione di quello che ci ha appena comunicato”.

“La questione è in itinere e dipenderà dalle risorse che dovranno essere stanziate, – ha affermato  Elisa Tozzi (Gruppo Misto – Toscana Domani) – i dati sono drammatici ed è indubbio che le strutture abbiano svolto un ruolo essenziale durante l’emergenza covid e che si debba affrontare il problema in modo organico, non prescindendo dalle risorse finanziarie. Da parte mia mi riservo tra qualche mese di interrogare nuovamente l’assessore per capire se ci saranno dei progressi, visto che si intende mettere mano in modo sistematico all’intera organizzazione delle residenze sanitarie. A oggi evidente che non possiamo ritenerci soddisfatti per una situazione contingente che pone l’assessorato in una situazione complessa. Per cui ci riserviamo di chiamarla in causa nei prossimi mesi”.