Sanità: ecco come cambia con la riforma

SESTO FIORENTINO – Dal 1° gennaio la legge di riforma della sanità approvata dal Consiglio regionale nella notte tra il 19 e il 20 dicembre scorso diventa realtà, e prende il via la nuova organizzazione del sistema sanitario toscano. La riforma prevede un sistema più snello, con meno direttori generali e più servizi nei territori, […]

SESTO FIORENTINO – Dal 1° gennaio la legge di riforma della sanità approvata dal Consiglio regionale nella notte tra il 19 e il 20 dicembre scorso diventa realtà, e prende il via la nuova organizzazione del sistema sanitario toscano. La riforma prevede un sistema più snello, con meno direttori generali e più servizi nei territori, maggiore integrazione tra sanitario e sociale, maggiore razionalità nelle funzioni dei diversi presidi ospedalieri, perché ovunque si possa garantire qualità e sicurezza.
Queste le novità salienti della riforma:
Nuovo assetto delle aziende Usl
Al centro della riforma, l’accorpamento delle aziende sanitarie, che da 12 diventano 3:
– Azienda Usl Toscana Centro, che riunisce le precedenti aziende dell’area vasta centro: Asl 3 di Pistoia, 4 di Prato, 10 di Firenze, 11 di Empoli; direttore generale Paolo Morello Marchese.
– Azienda Usl Toscana Nord Ovest, che riunisce Asl 1 di Massa Carrara, Asl 2 di Lucca, Asl 5 di Pisa, Asl 6 di Livorno, Asl 12 di Viareggio; direttore generale Maria Teresa De Lauretis.
– Azienda Usl Toscana Sud Est, che riunisce le Asl 7 di Siena, 8 di Arezzo, 9 di Grosseto; direttore generale Enrico Desideri.
Anche i siti web delle 12 Asl verranno unificati: ce ne saranno tre, corrispondenti alle nuove grandi Asl, ma in questa fase di passaggio le pagine dei nuovi siti rimanderanno ai vecchi siti delle 12 Asl.
Nulla cambia, invece, per le quattro aziende ospedaliero-universitarie: AOU Careggi, AOU Meyer, AOU Pisana e AOU Senese.
La riduzione da 12 a 3 Asl è dettata da molteplici necessità: uniformare la sanità toscana nell’organizzazione e nelle risposte ai bisogni della popolazione; evitare duplicazioni e sprechi; realizzare economie di scala. Che si traducono in un recupero di risorse da investire in sanità.
Nuovo modello di programmazione
Si rafforza la programmazione a livello di area vasta, che assume un ruolo fondamentale per garantire le opportune sinergie e l’integrazione delle attività di programmazione della Azienda unità sanitaria locale e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria; questo, grazie ai Dipartimenti interaziendali, strumento organizzativo a supporto della programmazione coordinata.
Organizzazione del territorio
La grande novità di questa riforma è proprio la rilevanza che viene data al territorio. A fianco della riduzione delle Asl, infatti, è stato deciso il potenziamento delle zone distretto. La programmazione sanitaria sarà di competenza delle zone distretto, che entro 6 mesi saranno riviste per confini e numero (attualmente sono 32, scenderanno probabilmente a 25).
Dipartimenti delle professioni sanitarie
Verranno istituiti i dipartimenti delle professioni sanitarie (infermieristico-ostetriche, sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, del servizio sociale), per la valorizzazione delle competenze delle relative figure professionali.
Riordino della rete ospedaliera
Non chiuderà nessun ospedale, ma la rete ospedaliera verrà riordinata, valorizzando le specificità di ciascun presidio, con la garanzia di un coordinamento forte tra i vari presidi ospedalieri.