Sciopero dei servizi ambientali: in Toscana adesione al 90%. Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel: “Senza risposte la mobilitazione andrà avanti”

FIRENZE – Servizi ambientali, oggi lo sciopero nazionale proclamato da Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel per il mancato rinnovo del Contratto nazionale. In Toscana (6.000 addetti) si è rilevata una altissima adesione allo sciopero, sul 90% su base regionale, e si sono svolti tre presìdi di lavoratori e lavoratrici. Uno (per l’area vasta […]

FIRENZE – Servizi ambientali, oggi lo sciopero nazionale proclamato da Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel per il mancato rinnovo del Contratto nazionale. In Toscana (6.000 addetti) si è rilevata una altissima adesione allo sciopero, sul 90% su base regionale, e si sono svolti tre presìdi di lavoratori e lavoratrici. Uno (per l’area vasta Centro) davanti alla sede Alia a Firenze in via Baccio da Montelupo (vi hanno partecipato anche i lavoratori delle cooperative in appalto, visto che i sindacati per loro hanno indetto l’assemblea sindacale); uno (per l’area vasta Sud) davanti alla sede Sei Toscana – Sienambiente in via Simone Martini a Siena; uno (per l’area vasta Costa) in piazza Stazione a Pisa.

I sindacati, da parte loro, criticano le associazioni datoriali, Utilitalia per la parte pubblica, Confindustria Cisambiente e Fise/Assoambiente per quella privata, insieme alle tre centrali cooperative, Agci, Confcooperative e Legacoop: “Queste – si legge in una nota – responsabili della rottura delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di settore: dopo aver perso tempo lasciando che ben 27 mesi trascorressero dalla scadenza del contratto, hanno poi posto condizioni inaccettabili di fatto mettendoci nelle condizioni di non poter proseguire”. Le richieste dei datori, respinte dai sindacati, si possono riassumere così: “Flessibilità estrema sull’organizzazione del lavoro attraverso il sistema degli orari; ridimensionamento del sistema delle relazioni industriali per privare i lavoratori della rappresentanza e della partecipazione all’interno dell’azienda; precarizzazione dei rapporti di lavoro soprattutto per lavoratori part-time; eliminazione totale del limite massimo dei lavoratori part-time presenti in azienda; il legare la parte economica esclusivamente agli indici inflattivi e alle dinamiche del corrispettivo economico del committente all’azienda; mancato riconoscimento delle professionalità dei lavoratori addetti agli impianti”.

Le sigle rilanciano le loro rivendicazioni: “Contratto nazionale unico e di filiera attraverso l’allargamento del campo di applicazione verso gli impianti di riciclo, rafforzamento delle relazioni industriali attraverso un sistema maggiormente partecipativo dei lavoratori, evoluzione delle condizioni di lavoro per tutelare la salute degli operatori, sviluppo delle norme sul mercato di lavoro e dei processi di formazione continua, miglioramento in maniera armonica della classificazione del personale, perfezionamento degli articoli contrattuali relativi ai lavoratori degli impianti, esigibilità contrattuale della clausola sociale, accordo economico che non tenga conto solo delle percentuali inflattive e che sviluppi maggiormente il welfare contrattuale e le varie indennità”. “I sindacati – conclude il comunicato – continueranno la mobilitazione finché non avranno raggiunto un esito positivo”.

Sulla questione è intervenuta anche la consigliera regionale della Lega, Elisa Tozzi: ” “L’internalizzazione dei lavoratori delle cooperative in appalto per Alia è un atto di giustizia sociale al quale l’azienda non può più a lungo sottrarsi: faccio nuovamente appello alla Regione affinché la indirizzi con decisione a rimuovere gli ostacoli che impediscono a decine e decine di lavoratrici e lavoratori, quotidianamente impegnati in un lavoro usurante ed essenziale per la comunità, di accedere a diritti pari a quelli dei colleghi direttamente assunti”. “E’ infatti del tutto impensabile, ingiusto e vergognoso – ha aggiunto – che persone che lavorano fianco a fianco, svolgendo le stesse mansioni nelle stesse zone, con gli stessi orari, vengano diversamente retribuite e tutelate. La dignità del lavoro non è un vessillo di parte da issare alle manifestazioni di piazza ma una bussola che deve costantemente orientare la concreta pratica politica dei rappresentanti dei cittadini, senza distinzioni ideologiche. Per questo, torno ad esprimere la mia solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici scesi in piazza stamani per rivendicare diritti inalienabili”.