CALENZANO – Slogan sindacali alternati da quelli da stadio per una grande manifestazione dei lavoratori della logistica e del trasporto merci ha paralizzato questa mattina l’area industriale di Calenzano dove nel settore sono oltre un migliaio le persone che lavorano nel settore. Bandiere, fischi e richieste di rinnovare il contratto i lavoro scaduto da oltre un anno sono stati alla base di questa mobilitazione che ha coinvolgo uno dei settori, quello del trasporto merci e logistica, diventato essenziale soprattuttto nell’ultimo anno.
Lo sciopero, indetto da Filt Cgil, Fit Cisl e UilT oggi 29 marzo e domani 30 marzo, per il rinnovo del contratta di lavoro ha visto questa mattina una alta adesione, secondo i sindacati, con punte fino all’85%. Al centro della protesta il rinovo del contratto di lavoro scaduto da oltre 14 mesi.
“Questo è un settore che non si è mai fermato durante la pandemia – dice Monia Rialti della Filt Cgil – e mai si fermerà altrimenti si ferma tutto il Paese. Sono stati sempre tutelati dal sindacato per poter lavorare in una condizione di sicurezza, siamo qui per dimostrare che devono essere tutelati fino in fondo. Vogliamo un contratto subito non solo economico ma anche normativo. Siamo riusciti a normalizzare tante situazioni precarie sono andate vie le cooperative e sono quasi tutte srl sono tutti dipendenti, tutelati al 100%, ma vogliamo subito il contratto”.
“Siamo qui per respingere al mittente le proposte datoriali – dice Stefano Boni di Fit Cisl – riduzione delle ferie non pagamento delle festività non pagamento dello straordinario. Quindi di fronte a queste proposte non ci resta che scioperare. Il settore che ha sempre portato viveri e altro ai cittadini viene così trattato con lavoratori che hanno stipendi medio-bassi noi scioperiamo perchè vogliamo rinnovare il contratto”.
“Questi lavoratori hanno dimostrato nell’ultimo anno di essere lavoratori essenziali per il motore Italia – dice Massimiliano Matranga, Uiltrasporti Toscana – e partiamo dai ragazzi dei magazzini che fanno orari massacranti e poi i corrieri, i driver, i ragazzi dell’ultimo miglio che ci hanno portato i beni fino a casa e poi non dimentichiamo gli autotrasportatori che hanno percorso tutte le miglia che dovevano essere fatte con un nastro orario da 47 ore ordinarie arrivano fino a 58, ma è difficile che paghino gli straordinari, ma non c’è la sicurezza stradale e non viene riconosciuto il lavoro usurante. La filiera dovrebbe essere rinnovata in tutta la sua parte ecco il motivo dello sciopero”.
Il sindaco Riccardo Prestini ha portato ai lavoratori la solidarietà e il sostegno dell’amministrazione locale: “Il settore della logistica ha dato moltissimo in questo anno di pandemia, – ha detto Prestini – il rinnovo del contratto deve essere l’occasione per valorizzare professionalità e impegno. Senza la dedizione di questo settore tanti servizi, compresi quelli sanitari, si sarebbero fermati. È deprecabile che le rappresentanze datoriali non siano disposte ad un confronto serio e costruttivo su questioni essenziali come i turni, i carichi di lavoro e la stabilità occupazionale di tutti i lavoratori, questioni che attengono alla qualità e la dignità del rapporto di lavoro”.
Il presidio di questa mattina arriva a pochi giorni dal primo sciopero di Amazon, di cui Calenzano ospita una delle sedi. “Questo tipo di attività sono presenti in maniera massiccia sul nostro territorio – ha concluso Prestini – Costituiscono certamente un’opportunità, contribuendo a fare di Calenzano una realtà industriale appetibile, in cui si offrono tanti posti di lavoro. Questo però non significa che vada tutto bene. Le controindicazioni ci sono: non solo per le condizioni di lavoro che spesso sono caratterizzate da rapporti autonomi fittizi, ma anche per l’alto impatto che tutto il settore della logistica ha sul nostro territorio, a partire dalle nostre infrastrutture viarie e per i riflessi negativi sulla mobilità generale, con conseguenti costi per la comunità. Così come resta difficile il rapporto con aziende multinazionali che sfuggono dal confronto e dalle responsabilità sociali, non solo con le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori, ma anche con le istituzioni”.