Scipioni (Lega): “Scala e Morelli sapevano quello a cui andavano incontro. Il ballottaggio non è certo merito loro”

FIRENZE – Non si ferma il dibattito in seno alla Lega signese. E dopo le dichiarazioni di Luca Scala e Antonio Morelli, che a loro volta replicavano alle parole del capo gruppo in consiglio comunale Vincenzo De Franco e che sono confluiti nel Gruppo misto, è intervenuto anche Alessandro Scipioni, responsabile politico Lega Salvini Premier […]

FIRENZE – Non si ferma il dibattito in seno alla Lega signese. E dopo le dichiarazioni di Luca Scala e Antonio Morelli, che a loro volta replicavano alle parole del capo gruppo in consiglio comunale Vincenzo De Franco e che sono confluiti nel Gruppo misto, è intervenuto anche Alessandro Scipioni, responsabile politico Lega Salvini Premier di Firenze. “In merito alle dichiarazioni dei consiglieri Scala e Morelli – dice Scipioni – è necessario precisare alcune inesattezze. L’aver lasciato il gruppo della Lega in consiglio comunale, senza essersi preventivamente dimessi dal movimento dichiarando esplicitamente di non voler più far parte della Lega e restituendo la tessera, comporta in base al nostro regolamento la cancellazione d’ufficio dal libro dei soci. Al di là di reiterati comportamenti antitetici nell’espletamento delle funzioni di consiglieri, di mancato rispetto verso indirizzi della locale sezione, della noncuranza dei richiami del segretario di sezione La Grassa in merito e di un costante tentativo di delegittimare direttamente il capo gruppo con suddette prese di posizione non concordate; in base ai nostri regolamenti sapevano bene di incorrere nella cancellazione del libro soci”. “Ratificata – aggiunge Scipioni – come correttamente riportato da De Franco dal competente organo. È addirittura paradossale l’affermazione secondo la quale sarebbe merito loro se a Signa si è arrivati al ballottaggio. Scala e Morelli hanno preso rispettivamente 88 e 55 preferenze corrispondenti a un totale di 143, quindi non determinanti per arrivare al ballottaggio, al quale si sarebbe comunque giunti senza il loro supporto. Non capiamo dunque perché se ne attribuiscano 360, visto che è facilmente riscontrabile dai siti istituzionali. E se vogliono qualcuno a cui attribuire dichiarazioni prive di fondamento basta che guardino in casa propria. Anche perché si potrebbe dissertare infinitamente sull’onore politico e cosa dovrebbe significare. Anche, per esempio, valutando l’opportunità di dimettersi dalla carica di consiglieri piuttosto che sottrarre rappresentanti a un partito che ne avrebbe diritto in base agli stessi elettori che avevano loro dato fiducia magari proprio perché in quella lista. Ma questo, ovviamente, si rimette alla coscienza dei singoli”.