Scuola: molti parlano di ritorno alla “normalità”, siamo sicuri? Il parere della psicologa

CAMPI BISENZIO – Riprende, dopo la pausa estiva, la nostra collaborazione con Eleonora Ceccarelli, psicologa e psicoterapeuta, consigliera dell’Ordine degli psicologi della Toscana. Tanti, e sempre molto interessanti, i suoi contributi durante il periodo dell’emergenza sanitaria. Pensiamo per esempio alla “necessità” di riprendersi la propria vita a conclusione del lockdown o alle conseguenze che questo […]

CAMPI BISENZIO – Riprende, dopo la pausa estiva, la nostra collaborazione con Eleonora Ceccarelli, psicologa e psicoterapeuta, consigliera dell’Ordine degli psicologi della Toscana. Tanti, e sempre molto interessanti, i suoi contributi durante il periodo dell’emergenza sanitaria. Pensiamo per esempio alla “necessità” di riprendersi la propria vita a conclusione del lockdown o alle conseguenze che questo può aver avuto sui rapporti di coppia. A settembre, invece, sono state riaperte le scuole: era marzo quando i banchi rimasero vuoti per la prima volta e, dopo sei mesi, ecco quale è il suo punto di vista.

P.F.N.

Dopo mesi di lezioni a distanza, la scuola è finalmente ripartita… in presenza. Un inizio che è stato tanto desiderato e voluto ma che ancora oggi lascia qualche paura.

“E’ del tutto legittimo ricominciare questo nuovo anno scolastico con qualche preoccupazione in più, vista l’emergenza mondiale che abbiamo vissuto e dalla quale ancora non siano completamente usciti. Facciamo però attenzione a non trasformare i timori in panico, generando risposte esagerate, sproporzionate rispetto alla realtà”.

Sono passati ben sei mesi da quando le scuole hanno chiuso: i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze sono tornati finalmente in aula, hanno ritrovato i loro compagni riappropriandosi di una quotidianità che mancava da tempo e di cui hanno profondamente bisogno. Molti parlano di ritorno alla “normalità”, siamo sicuri? La vita di sempre al momento non può essere presente e volerla ripristinare a tutti i costi può essere essa stessa causa di ansie e preoccupazioni di troppo. “Le nuove disposizioni, infatti, non permettono di pensare alla vita scolastica così come siamo sempre stati abituati a rappresentarcela: Ci sono le mascherine, gli ingressi contingentati, la misurazione della temperatura in entrata, i banchi distanziati, la ricreazione in aula, etc..”. Nuove regole che permettono di tornare a vivere e a fruire degli spazi e delle relazioni in maniera nuova, differente ma assolutamente più sicura e rispettosa per la comunità. Gli studenti devono imparare a convivere con tutto questo, ma anche gli adulti, insegnanti e genitori, perché il loro comportamento è da esempio, soprattutto per i più piccoli. E poi occorre mettere in conto, soprattutto chi ha figli che frequentano l’asilo nido o la scuola dell’infanzia, anche la possibilità di essere contattati dalla scuola se sono presenti sintomi riconducibili al Covid oppure anche essere pronti all’eventualità che nella classe, un compagno risulti positivo al tampone.

A tutte queste eventualità bisogna essere preparati… come? Di seguito alcuni consigli per sopravvivere a questo “nuovo” anno scolastico:
– prima di tutto limitando l’accesso alle informazioni dei media: impariamo a guardare la realtà che ci sta immediatamente intorno e a valutare una situazione di pericolo in base a ciò che ci riguarda personalmente e non a ciò che accade a centinaia di chilometri da noi.
– Flessibilità, pazienza e fiducia: il nuovo contesto scolastico con le sue regole richiede un adattamento e uno sforzo da parte di tutti. Senza contare il fatto che potrebbero esserci eventuali cambiamenti a livello organizzativo e procedurale nei prossimi mesi. Ricordiamoci che ogni volta che ci vengono in mente lamentele o polemiche sterili su quello che è stato fatto, contiamo fino a dieci, cercando di non coinvolgere i più piccoli nei nostri sfoghi.
– Se un bimbo si ammala e tutta la classe va in quarantena bisogna stare attenti a non far sentire in colpa i bambini.
– Facciamo emergere le emozioni, anche quelle più “scomode” e diamo loro un nome: ci sono le nostre paure, quelle dei nostri figli, le ansie degli studenti, le preoccupazioni dei nonni e tanto altro ancora. Ciascuno ha il proprio vissuto che va conosciuto, riconosciuto e rispettato. Non dimentichiamoci che i più piccoli difficilmente parlano direttamente del problema, di solito lo fanno con il corpo, osserviamoli.

Infine, un’importante notizia per il mondo scolastico arriva dal Cnop, Consiglio Nazionale degli Psicologi: nella seduta del 25 settembre è stato approvato all’unanimità il “Protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione per il supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche”. Si tratta di un risultato importante che avvia una presenza della professione psicologica nelle scuole su tutto il territorio nazionale. Il CNOP seguirà con ogni azione possibile l’attività di livello nazionale per favorire l’applicazione e la implementazione di quanto previsto nel protocollo. Fondamentale sarà la collaborazione a livello regionale con la scuola, che sarà assicurata dai Consigli territoriali dell’Ordine.

Buon anno scolastico a tutti con l’augurio di poterlo trascorrere con quella serenità che l’esperienza di insegnare, apprendere ed educare merita.

Eleonora Ceccarelli