Se Dracula è un musical e morde la vita: la suggestiva visione di Milopulos al Teatro della Limonaia

SESTO FIORENTINO – Il sangue come vita, il sangue come morte. Un leggero indefinibile limite segna il momento del passaggio dall’una all’altra forma. Mordi la vita e fuggi, si potrebbe dire, se queli fuggire non fosse cadere nella rete di un demone interiore schiacciato dagli spettri, dalla riconversione archetipica o dalle leggende popolari. E’ di […]

SESTO FIORENTINO – Il sangue come vita, il sangue come morte. Un leggero indefinibile limite segna il momento del passaggio dall’una all’altra forma. Mordi la vita e fuggi, si potrebbe dire, se queli fuggire non fosse cadere nella rete di un demone interiore schiacciato dagli spettri, dalla riconversione archetipica o dalle leggende popolari.

E’ di certo difficile capire quale sia il confine. E se Dracula, il signore del sangue e delle tenebre, scegliesse noi? E se per farlo “assaggiasse” la vita di chi cerca di definire il confine? Il Dracula disegnato e diretto da Dimitri Milopulos sembra annidarsi nei dubbi della vita, spingersi oltre ogni angoscia personale, è l’ansia di chi si ribella, di chi è dubbioso e incerto, di chi vuole scendere negli abissi, nutrirsi di topi, per trovare la redenzione. Una redenzione di sangue.

Ma il sangue è vita e anche morte. Al Teatro della Limonaia Dracula è un musical, quasi un horror, un dramma interiore.

Al Teatro della Limonaia Dracula è un musical, quasi un horror, un dramma interiore. Il testo di Barbara Nativi è stato ridisegnato da Milopulos. In scena (una gotica bellezza dove compare un palcoscenico nel palcoscenico: del resto siamo al Lucy’club o in un castello o forse solo in uno spettacolo?) si agitano tra dubbi e certezze sei personaggi: Demetra interepretata da Teresa Fallai, il dottor Seward di Daniele Bonaiuti, la giovane Mina di Elena Talenti, la soprendente Lucy di Chiara Renzi, Renfield di Niccolò Curradi perfettamente in bilico tra il desiderio di essere preso da Dracula per sopravvivere nelle tenebre e la realtà della vita, e poi il dottor Van Helsing di Annibale Pavone, cantano e ballano sulle musiche originali composte ed eseguite da Marco Baraldi.