Se raccontare il baseball è come “vivere” una storia d’amore: i 40 anni dei Lancers Lastra a Signa, il libro di Alessandro Maestri

LASTRA A SIGNA – Raccontare quarant’anni di baseball in poco più di un’ora per poi proiettarsi nel futuro. E, per farlo, avvalersi di chi la storia di questa disciplina sportiva ha contribuito a scriverla. Prima sul “diamante” e poi sulle pagine di un libro. Mattinata ricca di emozioni e di ricordi quella andata in scena […]

LASTRA A SIGNA – Raccontare quarant’anni di baseball in poco più di un’ora per poi proiettarsi nel futuro. E, per farlo, avvalersi di chi la storia di questa disciplina sportiva ha contribuito a scriverla. Prima sul “diamante” e poi sulle pagine di un libro. Mattinata ricca di emozioni e di ricordi quella andata in scena questa mattina in sala consiliare a Lastra a Signa dove è stato presentato il libro “Mi chiamavano Maesutori”, con sottotitolo “Il baseball e la vita. Dalla Romagna al Giappone passando per gli Usa”, edito da Baldini-Castoldi, di Alessandro Maestri e Stefano Belisari, in arte Elio di “Elio e le storie tese”, che era in collegamento video e ha raccontato il proprio amore per il baseball grazie anche ad alcune delle sue celeberrime gag.

Con un parterre d’eccezione fra i quali spiccavano Paolo Ignesti (ex presidente del Coni regionale della Toscana) e Paolo Allegretti (referente per le attività culturali storiche e di ricerca della sezione di Firenze “Oreste Gelli” dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport). Insieme a loro anche Fausto Merlotti, consigliere regionale, Simona Nava, presidente Fibs Toscana, il consigliere del Coni fiorentino Gabriele Fredianelli, Alessandro Calonaci, attore e regista, con un passato da “lanciere”, Gianni Taccetti, U.N.V.S. Unione Veterani dello Sport sezione Le Signe Nesti Pandolfini e tanti amanti di uno sport che qui a Lastra a Signa ha mosso i primi passi negli anni Ottanta quando l’attuale presidente dei Lancers Baseball Lastra a Signa, Paolo Moretti, così come è stato raccontato fra un aneddoto e l’altro, ha iniziato “a tirare le palle” nella palestra della scuola media. Per arrivare, particolare non di poco conto, a calcare il palcoscenico della serie A.

Non a caso, oltre al libro è stato presentato anche il logo che caratterizzerà i festeggiamenti per i primi 40 anni della storica società lastrigiana. A fare gli onori di casa il sindaco Angela Bagni e il vice-sindaco, oltre che assessore allo sport, Leonardo Cappellini. E se il primo cittadino lastrigiano ha voluto mettere l’accento su come “lo sport unisca i popoli, un messaggio importante soprattutto nella fase storica che stiamo vivendo”, Cappellini ha evidenziato come quello presentato stamani sia “un libro realizzato su quella che è una storia d’amore, l’amore per il baseball ma anche un amore che va oltre lo sport”.

Concetti ribaditi dall’autore, che ha spiegato: “Il libro racconta la mia vita sportiva e il viaggio che ho intrapreso nella carriera dal punto di vista tecnico, più in generale tutto quello che c’è attorno al baseball giocato. Mentre Elio interviene in vari momenti del libro spiegando le regole del gioco e raccontando i suoi aneddoti in modo esilarante, soprattutto nel periodo in cui è stato anche lui in Giappone”. L’idea di scrivere un libro a quattro mani da parte di due persone che all’apparenza non hanno niente in comune, nasce grazie a una telecronaca di baseball per Sky fatta da Alessandro Maestri negli Stati Uniti dove conobbe per l’occasione Elio. E da quel momento sono rimasti in contatto. Elio poi ha invitato Alessandro a Milano per vedere una partita dell’Inter a San Siro, Alessandro gli ha donato una casacca del Classic quando fece il concerto di capodanno a Rimini nel 2013 ed Elio rimase sul palco tutta la serata con quella maglia. “Una volta – continua Maestri – cominciammo a parlare delle nostre rispettive esperienze giapponesi e venne l’idea del libro e il tanto tempo a disposizione che purtroppo il lockdown ci ha dato, ha fatto il resto. Presentando il libro vogliamo provare a trasmettere quei sentimenti e quelle sensazioni provate nella nostra vita grazie a questo sport”.