“Second life – Tutto torna”: se sostenibilità e arte si fondono insieme. Le opere del concorso promosso da Alia in mostra a Firenze

FIRENZE – Sostenibilità ambientale al centro del lavoro di artisti “Under 28” provenienti da tutta Italia, esposti nel cortile di Michelozzo a Palazzo Vecchio:  tappa fiorentina per la mostra “Second life: tutto torna”, nata dal concorso promosso da Alia Servizi Ambientali Spa. Il contest, arrivato alla sua seconda edizione, espone infatti le opere in uno […]

FIRENZE – Sostenibilità ambientale al centro del lavoro di artisti “Under 28” provenienti da tutta Italia, esposti nel cortile di Michelozzo a Palazzo Vecchio:  tappa fiorentina per la mostra “Second life: tutto torna”, nata dal concorso promosso da Alia Servizi Ambientali Spa. Il contest, arrivato alla sua seconda edizione, espone infatti le opere in uno dei palazzi più celebri al mondo e si consolida come il primo concorso artistico a livello nazionale incentrato sul tema “arte e sostenibilità”, con la Toscana come palcoscenico della creatività dei giovani artisti e degli studenti di tutte le Accademie e Scuole d’arte italiane. La nuova tappa di “Second life: tutto torna” (che resterà aperta fino al 12 febbraio) è stata inaugurata nei giorni scorsi alla presenza, fra gli altri, del professor Marco Meneguzzo, docente di storia dell’Arte all’Accademia di Brera e curatore della mostra, del vice-presidente di Alia, Claudio Toni, e del direttore relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità, Giuseppe Meduri. Insieme a loro anche il vice-sindaco Alessia Bettini e l’assessore all’ambiente Andrea Giorgio.

Al concorso hanno partecipato anche quest’anno circa cento giovani artisti provenienti da tutta Italia, che si sono interrogati sul concetto di sostenibilità, dalla salvaguardia dell’ambiente e del decoro urbano, all’impegno nel dare una seconda vita alla materia in linea con le regole dell’economia circolare: riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero. E le opere – realizzate utilizzando diversi materiali, quali foglie, pietre, ferro, acciaio, tessuto, plastica, oli, candele, pellicole, cenere e tecniche varie – evidenziano un interesse al tema della sostenibilità e la necessità di essere parte attiva di un processo di consapevolezza dell’emergenza ambientale e di reale cambiamento. Sono testimoniati, nei lavori in mostra, un futuro tecnologico e sostenibile, ma anche una visione contrastante della natura, antropica e “primavera” da vivere, empatia e ragione per controllare gli istinti umani più beceri, lo splendore della semplicità delle piccole cose in natura, mobilitazioni silenziose, universali, uniti dai sogni che volgiamo alle stelle. Quindi, tra le 30 opere finaliste, selezionate da una prima giuria di giovani curatori e ora in mostra a Palazzo Vecchio, sono state successivamente valutate da una giuria composta da affermati critici, storici dell’arte e direttori delle principali istituzioni toscane, le tre opere vincitrici e le menzioni speciali.

Prima classificata Caterina Dondi, artista ventiquattrenne della provincia di Varese, con l’opera “Ordinare Senza Spostare”, serie di fotografie su carta dove ha immaginato di assecondare l’ambiente (e non di riqualificarlo) nel suo naturale processo di rovina, ribaltando – come si legge nella motivazione della giuria – il punto di vista usuale sul tema, cercando di rendere “accettabile” e addirittura “bello” il degrado in atto, innescando così un processo di maieutica consapevolezza sul nostro habitat”. La seconda opera classificata, “Espositore di Luoghi”, arriva da Messina ed è stata realizzata dal ventiseienne Giuseppe Raffaele con tecnica mista (ferro-carta-terra). Nell’opera l’artista capovolge il concetto di cartolina al fine di far conoscere realtà dimenticate; il premio è stato assegnato per “la forza immediata dell’oggetto, preceduta e seguita da una notevole concettualizzazione, che rafforza il senso della prima impressione. Si passa dal primato della vista – le cartoline solitamente mostrano un paesaggio naturale o urbano – a quello della mente, che invita a cogliere la vera essenza dei luoghi”. “Curae” dell’artista milanese Giulia Pirri (classe 1994), si è classificata al terzo posto per “la “gentilezza” intima di un gesto che invita alla “cura” e all’attenzione nei confronti delle cose altrimenti considerate insignificanti, come una foglia caduta. Ricucire le ferite della natura appare un gesto scientemente utopico, ma al contempo necessario per la convivenza sul pianeta” come recita la motivazione della giuria.

Le tre menzioni speciali sono state assegnate a Elisa Pietracito, artista ventiseienne della provincia di Firenze, per “Sotto lo stesso cielo” realizzata con filo di rame di scarto cucito a mano su tessuto di riciclo, Edoardo Sessa, ventisettenne di Varese, con la performance “Homologation” e al giovanissimo artista cinese (classe 2002) Siyang Jiang con l’opera “If you want to live” realizzata con vetro, alluminio, legno, pianta, terra, candele. “Il contest sulla sostenibilità, promosso da Alia e rivolto ai giovani artisti si consolida con una seconda edizione – ha dichiarato Claudio Toni, vice-presidente di Alia Servizi Ambientali Spa – allestita in una cornice unica al mondo. La transizione ecologica è sempre più al centro del dibattito, questo progetto, con il coinvolgimento delle comunità, crediamo possa essere un modo diverso e stimolante per riflettere sulle azioni quotidiane di ciascuno di noi”.