Segnalazioni ad Arpat per il colore anomalo delle acque del Rimaggio

SESTO FIORENTINO – Sarebbe dovuta a scarti della frangitura delle olive la colorazione anomala del Rimaggio segnalata ad Arpat da alcuni cittadini già dalla fine della mattinata di giovedì 5 novembre. Arpat spiega che le segnalazioni per l’anomala colorazione del torrente Rimaggio interessavano il tratto all’altezza del Ponte alla Palancola in via Redini. Nel primo […]

SESTO FIORENTINO – Sarebbe dovuta a scarti della frangitura delle olive la colorazione anomala del Rimaggio segnalata ad Arpat da alcuni cittadini già dalla fine della mattinata di giovedì 5 novembre. Arpat spiega che le segnalazioni per l’anomala colorazione del torrente Rimaggio interessavano il tratto all’altezza del Ponte alla Palancola in via Redini.

Nel primo pomeriggio, tecnici di Arpat, si legge in una nota, “hanno svolto un sopralluogo nella zona, insieme all’Ufficio ambiente del Comune, riscontrando un’evidente contaminazione delle acque del torrente ancora in atto. Sono stati acquisiti campioni dell’acqua per sottoporle alle analisi di laboratorio. Percorrendo il terreno lungo il fiume, la colorazione anomala era visibile per un tratto di oltre un chilometro. Risalendo a monte della zona delle segnalazioni è stato individuato il punto d’inizio della contaminazione, tuttavia le condizioni delle sponde del torrente in quel tratto, ripide e coperte di vegetazione, non hanno consentito di accedere all’alveo per individuare al momento le possibili fonti del problema”.

Arpat spiega che “sono state svolte anche verifiche all’interno di un frantoio posto in prossimità del punto di inizio della colorazione del torrente, senza trovare evidenze di sversamenti in atto. Le attività ispettive sono proseguite venerdì 6 novembre, in collaborazione con l’Ufficio ambiente del Comune e il Consorzio di Bonifica 3 – Medio Valdarno, che è intervenuto per realizzare un accesso in sicurezza all’alveo del fiume. La contaminazione era ancora visibile, anche se molto diminuita, e non c’erano sversamenti in atto nell’alveo. Dal punto di vista organolettico la problematica deriva evidentemente da scarti della frangiature delle olive. Le acque del tratto di torrente a monte del frantoio erano limpide ed il letto del fiume appariva pulito”.

Secondo quanto riscontrato da Arpat “nelle briglie a valle erano presenti diverse decine di carcasse di pesci morti. Nelle aree circostanti la zona di inizio della contaminazione non vi erano segni di dispersione di sanse e/o acque di frangitura che potessero far risalire alle modalità con cui era avvenuto lo sversamento nel torrente”.