Sesto Bene Comune preoccupata per “come il Governo italiano utilizza i fondi del Recovery Plan”

SESTO FIORENTINO – L’associazione per Sesto Bene Comune composta da cittadini, di diversa età ed estrazione sociale, “è – si legge in una nota dell’associazione – fortemente preoccupata per come il Governo italiano intende utilizzare i fondi del Recovery Plan”.  L’associazione “considera grave la decisione di dedicare quegli stanziamenti quasi esclusivamente per la realizzazione di […]

SESTO FIORENTINO – L’associazione per Sesto Bene Comune composta da cittadini, di diversa età ed estrazione sociale, “è – si legge in una nota dell’associazione – fortemente preoccupata per come il Governo italiano intende utilizzare i fondi del Recovery Plan”. 

L’associazione “considera grave la decisione di dedicare quegli stanziamenti quasi esclusivamente per la realizzazione di grandi opere e di infrastrutture, che andranno ad impattare in modo radicale sul territorio e sulla loro vita, senza alcun coinvolgimento della popolazione e in assenza di dibattito pubblico (obbligatorio secondo i Regolamenti normalmente in vigore in caso di infrastrutture invasive), aggirando o rendendo di scarso valore, attraverso normative e Decreti di semplificazione, il controllo degli Organi preposti a vigilare, come Sovrintendenze e Corte dei Conti”.

Secondo l’associazione è invece, necessario “investire nella tutela dei Parchi, delle aree verdi, delle coste, dei fiumi e dei laghi, della biodiversità, non deprima o rallenti la crescita economica ma costituisca al contrario l’occasione per dare slancio ad una vera economia verde”; rituene che “una reale transizione ecologica non possa comunque passare in modo esclusivo o quasi attraverso scelte economicistiche” e “rispettare il dibattito pubblico, la trasparenza e rigorose norme di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini non sia uno sterile arroccamento su posizioni immobiliste, non sia di intralcio, ma sia invece del tutto funzionale per un Paese che voglia coinvolgere i propri cittadini in una ripresa e crescita economica realmente sostenibile”.

“Al di là di generici proclami sulla cosiddetta transizione ecologica – prosegue la nota – si assista nelle dichiarazioni e negli atti messi in campo dal Ministro Cingolani e dal Governo tutto: all’anacronistica riproposta di opere devastanti per l’ambiente e nocive per la salute o la sicurezza, come “termovalorizzatori”, trivelle e “mini” reattori nucleari a fissione; ad una pericolosa deriva di semplificazioni e deroghe alle norme per la realizzazione di grandi opere e di infrastrutture; all’investimento di somme irrisorie nella tutela della biodiversità, dei Parchi, delle aree verdi, delle coste, dei fiumi e dei laghi, che costituiscono un fondamentale patrimonio del nostro Paese, rispetto a quelle destinate a grandi opere ed infrastrutture di cui non si è discussa la necessità, che richiedono al contrario somme considerevoli per la realizzazione e rischiano di compromettere in modo grave l’ambiente” e chiede “che la realizzazione di grandi opere e di infrastrutture avvenga solo a seguito di dibattito pubblico” e “che non si aggirino o si rendano ininfluenti, con il pretesto della semplificazione e velocizzazione, le modalità di autorizzazione e controllo stabilite dalle vigenti Norme di Legge e Regolamenti attuativi, in merito alle grandi opere e alle infrastrutture; ed infine “che si destini alla tutela di Parchi, aree verdi, fiumi, laghi, dell’ambiente naturale e della biodiversità, una significativa parte dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e degli stanziamenti governativi, in modo da procedere realmente verso l’attuazione dell’economia sostenibile, attraverso una corretta transizione ecologica”.