“Sesto com’era” La prima serata ha fatto il pienone al Centro Civico 2

SESTO FIORENTINO – Sala piena ieri sera per il primo degli appuntamenti di “Sesto com’era” al centro civico due di via Leopardi. Nella serata, a cui hanno preso parte anche l’assessore ai lavori pubblici Diana Kapo e, come “media partners”, Sesto Tv e Piananotizie, è stata ripercorsa la storia di Sesto dagli albori fino ai […]

SESTO FIORENTINO – Sala piena ieri sera per il primo degli appuntamenti di “Sesto com’era” al centro civico due di via Leopardi. Nella serata, a cui hanno preso parte anche l’assessore ai lavori pubblici Diana Kapo e, come “media partners”, Sesto Tv e Piananotizie, è stata ripercorsa la storia di Sesto dagli albori fino ai borghi medioevali, alle corti e alla crescita edilizia più recente. Primo oratore Marco Morandi, giovane sestese studente di urbanistica, che ha presentato quella che vuole essere una “Biografia territoriale” per ricercare l’identità dei luoghi e riportarli alla luce, a partire dai toponimi. Dalle antiche carte di secoli addietro ha mostrato come la crescita urbanistica dell’area abbia seguito la linea delle colline perché la parte della “piana” vera e propria è sempre stata alluvionale e a rischio idrogeologico. Cosa che non ha impedito, a suo dire, di far della piana il “tubo di scappamento” di Firenze a partire dal primo regolamento urbanistico fiorentino. Il susseguirsi di cartine e poi foto aeree ha mostrato il riempirsi di tutti gli spazi verdi di costruito; il nuovo sul vecchio non sempre in maniera armoniosa. Ha proseguito la professoressa di geografia Margherita Atzari dell’Università di Firenze, che ha ribadito il legame di Sesto con l’acqua. Sotto l’intera superficie cittadina esistono moltissimi corsi d’acqua tombati, con relativo rischio idrogeologico “nascosto”, né le varie amministrazioni hanno, a suo dire, mai gestito in modo efficiente il rischio alluvionale in questa zona. Quanto ai progetti di recupero “E’ mia opinione che sia ormai tardi per fare il parco della piana, che ha poco senso visto il livello di degrado a cui è giunto quel territorio. E’ possibile fare delle azioni di recupero in varie parti – ha detto- abbiamo fatto studi di fattibilità ad esempio per far dei percorsi percorribili a piedi da monte a valle recuperando quei corridoi verdi che seguivano i vecchi corsi d’acqua”.
Storie più recenti, ma non troppo, quelle delle corti – circa 40 – tutt’ora esistenti sul territorio sestese e che sono state raccontate con ironia da Gianni Batistoni, che negli anni ’80 aveva dedicato alle corti, e all’umanità che le abitava, un libro. Sergio Cerreti, l’architetto, ha concluso parlando dello sviluppo ottocentesco di Sesto, con le quattro piazze centrali e l’arrivo del tramway, la tramvia ante litteram.
Una serata fiume all’insegna della cultura e della Storia che lascia aperti alcuni interrogativi sulla possibilità di progetti urbanistici, che il tessuto fisico è sempre stato specchio e motore del tessuto sociale di una città. Prossimo appuntamento venerdì 16 marzo, stesso posto stessa ora (le 21) per una serata su persone e personaggi sestesi.

F.G.

La foto è del centro civico 2 Neto