SESTO FIORENTINO – Non è un problema di pochi. E neppure una questione di gatti. E’ una questione di igiene e salute pubblica. Le colonie naturali dei gatti randagi, curate in forma volontaria dalle gattaie che già si occupano delle colonie istituite in passato dal Comune, sono un rischio per i piccoli animali, ma possono diventare un problema per la comunità. Questi felini liberi che vivono sul territorio sestese sono (secondo il regolamento approvato dal Comune) “tutelati dal Comune”. Maria, Patrizia e un’altra Maria sono alcune gattaie riconosciute dall’amministrazione comunale nel 2009, sono volontarie che si occupano sì dei gatti liberi affinché non si ammalino, ma anche della salute pubblica. Ora non ce la fanno più. Le colonie naturali si creano velocemente e gli animali aumentano di numero. “Bisognerebbe sterilizzarli – dice Maria – e personalmente mi sono preoccupata di portali dal veterinario, un impegno economico che non possono continuare a sopportare. Dal Comune? Non vediamo nessuno. Ci chiamano solo per catturare qualche gatto e poi ci dicono che da gennaio ci sarà una convenzione con una associazione animalista che dovrà occuparsi della gestione dei felini. E’ così da due anni, ma per ora non ci sono convenzioni, non c’è tutela, siamo lasciate sole”. E’ al “fai da te” che gli uffici pubblici lasciano queste persone. “In qualche modo ci organizziamo – dice Patrizia – cerchiamo di aiutare gli animali, di curare anche le colonie spontanee, ma tutto il carico è sulle nostre spalle”. Le colonie feline sono state istituite nel 2007 dall’allora assessore Marta Billo, venne creata una rete di persone che badava non solo alla salute e alla cura dei felini e di mantenere le aree del colonie pulite. Cosa che adesso non accade. E.A.
Sesto Fiorentino: gattaie “abbandonate dal Comune noi e le colonie feline”
SESTO FIORENTINO – Non è un problema di pochi. E neppure una questione di gatti. E’ una questione di igiene e salute pubblica. Le colonie naturali dei gatti randagi, curate in forma volontaria dalle gattaie che già si occupano delle colonie istituite in passato dal Comune, sono un rischio per i piccoli animali, ma possono […]