Sesto Fiorentino: il Tribunale slitta i tempi del concordato della Ginori. I Cobas esprimono preoccupazione

SESTO FIORENTINO – Il tribunale di Firenze ha ulteriormente rinviato i tempi per l’accettazione dela domanda di concordato preventivo depositata dal collegio dei liquidatori della Richard Ginori 1735 spa. E tale decisione, se ne parlerà dopo l’Epifania, fa slittare ancora i tempi per la concretizzazione del contratto d’affitto tra le newco di Lenox e Apulum […]

SESTO FIORENTINO – Il tribunale di Firenze ha ulteriormente rinviato i tempi per l’accettazione dela domanda di concordato preventivo depositata dal collegio dei liquidatori della Richard Ginori 1735 spa. E tale decisione, se ne parlerà dopo l’Epifania, fa slittare ancora i tempi per la concretizzazione del contratto d’affitto tra le newco di Lenox e Apulum senza il quale è impossibile riavviare qualsiasi operatività della fabbrica di via Cesare.
“E’ uno stillicidio – commentano esternando la loro preoccupazione i Cobas Ginori – i tempi continuano a slittare settimana per settimana. Comprendiamo che il Tribunale stia trattando la questione con l’attenzione e la cautela del caso, ma è altrettanto importante capire che la fabbrica deve al più presto riprendere la sua attività”.
Secondo il sindacato autonomo si corre il rischio che il nuovo soggetto industriale salti appuntamenti commerciali “importanti come il Macef di Milano o la fiera di Francoforte, determinanti per il rilancio commerciale del prodotto e per ricominciare a ristabilire i contatti con i clienti. E ogni giorno che passa rende più complicato il riavvio dello stabilimento dal punto di vista produttivo. Senza contare che al momento delle firme dei contratti diversi lavoratori potrebbero rientrare al lavoro dalla cassa integrazione e potrebbe prendere così il via la rotazione tra gli stessi in maniera da rendere meno onerosa la Cigs”
I Cobas auspicano che “il Tribunale accolga al più presto la domanda di concordato. Non vogliamo nemmeno prendere in considerazione che questo non avvenga. Sarebbe incomprensibile mandare al fallimento un’azienda per cui sono già state trovate società in grado di rilanciarla”.