Sesto Fiorentino: leggi e regolamenti tutelano gli animali, ma le gattaie accusano il Comune “non fa nulla”

di tutti, ma poi all’atto pratico sono solo di chi ha buon cuore. Li ha tenuti anche se poi ha scoperto che, proprio perché avevano sofferto, i micini erano rimasti ciechi. Patrizia, Maria e le altre sono donne con una famiglia, un lavoro, una pensione, ma hanno in comune il senso civico e il buon […]

di tutti, ma poi all’atto pratico sono solo di chi ha buon cuore. Li ha tenuti anche se poi ha scoperto che, proprio perché avevano sofferto, i micini erano rimasti ciechi. Patrizia, Maria e le altre sono donne con una famiglia, un lavoro, una pensione, ma hanno in comune il senso civico e il buon cuore. Da sole da anni combattono una battaglia contro le istituzioni, il Comune soprattutto, perché vogliono che le leggi e i regolamenti siano applicati. “Il Comune non si occupa delle colonie feline, non gli importa nulla degli animali randagi – dicono – eppure c’è una legge che li tutela e un regolamento comunale approvato di recente dove il Comune è tenuto a garantire anche la salute dei gatti randagi”. Le colonie feline, istituite nel 2007 dal Comune, oggi sono abbandonate, e sopravvivono e vengono controllate solo perché ci sono persone come le gattaie che si preoccupano non solo della salute degli animali, ma anche di quella dei cittadini. Ma senza sterilizzazione le colonie aumentano. Nella zona di Padule ne sono spuntate alcune dove gli animali rischiano di ammalarsi perché non sono controllate. “Siamo noi che ci occupiamo dei randagi – dice Maria – ma senza aiuto di nessun tipo e non parlo solo di quello economico. C’è bisogno di catturare e sterilizzare i gatti. Non c’è nessuno che decide e che si occupa di questo aspetto e poi manca lo spazio per la degenza degli animali”. Insomma randagi abbandonati due volte. “Si aggiunga poi – concludono le gattaie – che dal 2009 dovrebbe esserci un’associazione che, per conto del Comune si occupa di controllo, cattura e sterilizzazione. Ancora non c’è. E tutti gli anni l’ufficio ambiente mi dice: a gennaio ci sarà la nuova convenzione. Ma di gennai ne sono passati tre e niente è cambiato”. E.A.