Sesto Fiorentino: lettera aperta dei Cobas agli azionisti della Richard Ginori 1735 spa

SESTO FIORENTINO – l’8 maggio si riunirà l’assemblea dei soci della Richard Ginor e i Cobas anno scritto una lettera aperta per sensibilizzarli sui rischi dell’azienda. “La mancata ricapitalizzazione rende evidente – scrivono i Cobas – le responsabilità della proprietà, che oltre ad aver condotto insieme a tutto il gruppo dirigente in questa situazione, rinuncia […]

SESTO FIORENTINO – l’8 maggio si riunirà l’assemblea dei soci della Richard Ginor e i Cobas anno scritto una lettera aperta per sensibilizzarli sui rischi dell’azienda.

“La mancata ricapitalizzazione rende evidente – scrivono i Cobas – le responsabilità della proprietà, che oltre ad aver condotto insieme a tutto il gruppo dirigente in questa situazione, rinuncia a impegnarsi ancora e sembra non voler credere nelle possibilità di rilancio della manifattura”.

Se l’assemblea decidesse per la liquidazione accogliendo le inidicazioni del Presidente Roberto Villa e dell’A.D. Mario Lorenzoni significherebbe il disastro per centinaia di famiglie.

“Oltre al danno la beffa – spiegano i Cobas – ritrovarsi come liquidatori, coloro che hanno causato il disastro della Richard Ginori,  grazie al fallimento di molte delle loro scelte, sia strategiche, sia finanziarie, sia produttive, servirebbe solo a garantire gli interessi personali a discapito di quelli della storica manifattura”.

Con la lettera il sindacato autonomo lancia un appello agli azionisti perché evitino “che si verifichi tale eventualità e si possa finalmente arrivare ad un cambiamento della testa della società” e che, decidendo per la liquidazione, di affidarne il ocmpito “a persone competenti e affidabili”.

“Siamo infatti convinti che Richard Ginori, se condotta con serie capacità imprenditoriali – conclude la lettera dei Cobas – possa, grazie alle capacità delle maestranze, alla qualità del prodotto e  all’importanza del marchio, essere rilanciata e poter rimanere, con buone prospettive, in un mercato dove l’eccellenza riesce ancora a limitare gli effetti della crisi”.