Sesto Fiorentino: vivono in roulotte da anni, dimenticati da tutti, senza lavoro e malati

SESTO FIORENTINO – Chiusi in una roulotte diventata da anni la loro “casa” Antonio, 52 anni e Antonio 50 anni, sono ormai abbandonati da tutti comprese le istituzioni e le associazioni laiche e religiose. La loro roulotte è parcheggiata all’interno di un’area di viale Ariosto. Hanno bisogno di tutto, dopo aver perso il lavoro e […]

SESTO FIORENTINO – Chiusi in una roulotte diventata da anni la loro “casa” Antonio, 52 anni e Antonio 50 anni, sono ormai abbandonati da tutti comprese le istituzioni e le associazioni laiche e religiose. La loro roulotte è parcheggiata all’interno di un’area di viale Ariosto. Hanno bisogno di tutto, dopo aver perso il lavoro e la famiglia, si sono ritrovati soli con una roulotte, uno dei due anche con un mestiere, il pasticcere, ma che in queste condizioni nessuno vuole. In questo periodo di freddo intenso la loro casa ha iniziato ad avere qualche cedimento e i due coinquilini si sono ingegnati per cercare un telo per coprire il tetto della roulotte. Hanno bisogno di tutto: uno dei due, ex pugile, ora è malato e da giorni ha 40 di febbre, l’altro soffre di depressione, ma deve andare a cercare qualcosa da mangiare. In aiuto qualche amico rimasto che ogni tanto porta loro un pranzo, una bombola per cucinare, qualche coperta e abiti pesanti.
roulotte interno 85“Da maggio ad oggi per loro la situazione è peggiorata – spiega Raoul Covelli di Giovane Italia – allora ogni tanto passavano i vigili, oggi sono completamente abbandonati. Noi li porteremo alla cena di Natale che faremo a Casaggi, organizzata proprio per raccogliere fondi da destinare agli italiani che si trovano in queste condizioni. Ci sono stati contatti con l’ufficio dei servizi sociali del Comune, ma è stato detto loro, bruscamente, che non possono farci nulla: non sono residenti”.
Antonio e Antonio sono al limite della sopravvivenza, anche fisicamente. E l’inverno deve ancora arrivare.
“Sono allibito – dice Covelli – dal fatto che l’amministrazione comunale sia ancora più lontana da quando abbiamo lanciato l’appello. Siamo solidali con il sindaco Gianassi e con la battaglia che sta facendo per i Saharawi, sappiamo che non c’è bisogno di andare al Palazzo di Vetro per risolvere situazioni estreme e anche all’interno dei confini comunali si trovano situazioni simili”. E.A.