Sfiducia a Biagiotti. “Meditate gente, meditate”

SESTO FIORENTINO – Neanche quando, nel 1975, ci fu la visita di Borís Nikoláyevich Ponomariov (uno dei satelliti della galassia brezneviana di quegli anni) il giardino della Casa del popolo di Colonnata aveva ospitato tanto pubblico. Almeno 500 persone, ieri sera, erano lì per ascoltare, fino oltre la mezzanotte, le ragioni degli 8 anti-biagiottani che, […]

SESTO FIORENTINO – Neanche quando, nel 1975, ci fu la visita di Borís Nikoláyevich Ponomariov (uno dei satelliti della galassia brezneviana di quegli anni) il giardino della Casa del popolo di Colonnata aveva ospitato tanto pubblico. Almeno 500 persone, ieri sera, erano lì per ascoltare, fino oltre la mezzanotte, le ragioni degli 8 anti-biagiottani che, assieme a 4 consiglieri di Sestobenecomune e ad un ex grillino, hanno sottoscritto la mozione di sfiducia al sindaco di Sesto.
Le ragioni del no a Sara Biagiotti ormai sono note, la reazione del sindaco (almeno fino al 21 luglio sarà tale) le conosciamo, così come sono evidenti gli atteggiamenti del Pd ortodosso (da Firenze “metropolitano” a Firenze “regionale”) e anche le pressioni di vario genere ai livelli più differenziati sono prevedibili come il commissariamento del Pd sestese.
L’unica questione davvero aperta resta il dopo Biagiotti. E non si tratta delle funzioni e delle attività del prossimo commissario prefettizio ma, piuttosto, di quel che accadrà in previsione delle elezioni amministrative della primavera prossima.
L’unico, ieri sera, a mettere il dito nella piaga (nel gelido silenzio di tutti) è stato l’ex segretario regionale dell’allora Democrazia cristiana ed ex vicesindaco di Firenze Giuseppe Matulli che ha invitato gli 8 dissidenti non solo ad esercitare il diritto di esprimersi “contro”, ma anche a pensare e guardare al futuro e alla proposta politica che dovrà essere avanzata agli elettori sestesi.
Il dramma di tutta questa vicenda è che il Pd non esiste più, a Sesto, ma anche gli altri non stanno meglio: il Movimento cinquestelle si era già spaccato al 50% poco dopo l’insediamento del consiglio comunale, Sel ha avuto un tracollo elettorale preoccupante e Sestobenecomune spiega di non voler aver niente a che fare con un “centrosinistra ormai defunto”. Sul versante del centrodestra c’è maretta: Forza Italia voterà contro Biagiotti ma con il “maldipancia” (localmente c’era la propensione quantomeno all’astensione, poi sono intervenuti i dirigenti regionali) ma Fratelli d’Italia e Lega nord si sentono forti e sperano di andare alle elezioni e ottenere risultati lungimiranti. Movimento Sesto 2014 di Fabrizio Muscas, lista civica comunque di area Pd quando si tratta di non votare per le amministrative comunali, si asterrà alla mozione ma non è detto che si presenti tale e quale alle prossime elezioni.
Chi si candiderà a guidare la città? Un partito dilaniato da lotte intestine che lo hanno debilitato negli ultimi 18 mesi sarà in grado di esprimere un candidato nuovo? Oppure ricandiderà il sindaco contestato e (forse) sfiduciato? Gli altri saranno capaci di proporre candidati di coalizione o ci troveremo di fronte ad una miriade di capitani di ventura pronti al sacrificio su un campo di battaglia difficile e pieno di insidie? Vincerà il “vaffanculismo” oppure il nuovo Dio degli elettori che si chiama astensionismo?
Iniziare con Ponomariov e terminare con Renzo Arbore sicuramente è una scemenza però: “meditate gente, meditate”.