Sfrattata cerca un lavoro e un posto dove dormire

SESTO FIORENTINO – Adesso Barbara è fuori di casa, dalla casa popolare dove ha abitato fino al 23 luglio scorso. Da quella data, la donna, 38 anni, malata e senza lavoro, non può più entrare. “Il 23 luglio mi hanno bussato alla porta – dice Barbara – ero in pigiama, c’erano davanti a me l’ufficiale […]

SESTO FIORENTINO – Adesso Barbara è fuori di casa, dalla casa popolare dove ha abitato fino al 23 luglio scorso. Da quella data, la donna, 38 anni, malata e senza lavoro, non può più entrare. “Il 23 luglio mi hanno bussato alla porta – dice Barbara – ero in pigiama, c’erano davanti a me l’ufficiale giudiziario e la polizia oltre a rappresentanti di Casa spa. Mi hanno detto di prendere le mie cose e lasciare l’appartamento”. In quell’appartamento Barbara c’era tornata con il marito. Una serie di eventi burrascosi, circa quattro anni fa, fecero precipitare la situazione. Barbara parla di violenza familiare tanto che “nel 2010 – dice – decido di scappare di casa e mi rifugio da mia sorella che vive in una piccola casa popolare con suo figlio e i miei genitori. Mio marito continua a perseguitarmi fino a quando lui viene arrestato e il giudice riassegna l’appartamento a me e mi arriva lo sfratto per morosità”. Barbara spiega che con Casa spa si accorda per saldare la morosità pregressa. “Grazie ad alcuni familiari – dice Barbara – riesco ad iniziare a pagare, poi, anche questa persona per problemi suoi non ce la fa più a sostenermi”. Nel frattempo Barbara ottiene la separazione dal marito e viene seguita dai servizi sociali del Comune. La sua situazione già delicata si complica il 23 luglio quando viene sfrattata. Gli sfratti erano stati rinviati, ma il 23 luglio Barbara si trova fuori di casa. “Sono stata buttata fuori- racconta la donna – mi hanno dato 30 minuti per raccogliere le mie cose e uscire. Mi sono ritrovata senza un posto dove andare a dormire. I parroci mi hanno aiutato pagandomi un albergo dove poter dormire qualche notte, ma poi ho dovuto dormire, fuori, alla stazione”. Gli assistenti sociali del Comune conoscono la sua situazione. “L’assistente sociale mi dice che ho una famiglia e devo andare da loro – prosegue Barbara – ma mia sorella non mi può prendere in casa, l’abitazione è piccola e suo figlio è rimasto sconvolto dopo che il mio ex marito mi ha perseguitata e ha perseguitato anche loro. In casa con lei vivono anche i miei genitori”. Barbara cerca un lavoro e un posto dove stare. “Adesso sono in attesa per un intervento chirurgico all’addome – dice – e ho la spalla infortunata, ma non posso operarmi perché non ho un posto dove trascorrere la convalescenza”. Domani Barbara incontrerà l’assessore alla casa e al welfare Tamara Taiti.